(Adnkronos) – “Sento grande fermento riguardo a un concerto che si dovrebbe tenere o non tenere. Non entro mai nelle decisioni politiche, ma ricordo a tutti che ci sono dati scientifici al riguardo che potrebbe essere utile considerare”. Così, via Twitter, il virologo Roberto Burioni si inserisce nel dibattito sollevato dal concerto dei Måneskin in programma sabato a Roma, e sulla possibilità che possa alimentare ulteriormente i contagi Covid.
Il docente dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano posta in particolare uno studio pubblicato in febbraio su ‘The Lancet’, condotto in Spagna per valutare l’effetto di due festival musicali all’aperto che si erano tenuti in Catalogna. L’obiettivo, spiegano gli autori, era “confrontare l’incidenza di Covid-19 entro i 3-10 giorni successivi all’evento tra i partecipanti e un gruppo di controllo”. L’analisi ha incluso 18.275 spettatori del primo festival e 27.347 spettatori del secondo, con relativi gruppi controllo. “L’incidenza cumulativa di Covid 7 giorni dopo i festival era del 4,14% tra i partecipanti contro l’1,69% tra i controlli per il primo evento, e del 2,42% tra i partecipanti contro l’1,10% tra i controlli per il secondo. L’incidenza di Covid-19 tra le persone immunizzate era anche 2 volte superiore nei partecipanti, rispetto ai controlli. Una pregressa infezione Covid, una vaccinazione adeguata e il fatto di indossare una mascherina sono risultati fattori significativamente associati a un minor rischio di infezione dopo i due festival”.
“Nonostante la comprovata efficacia delle misure preventive come lo screening Ag-Rdt”, cioè con test antigenico rapido, “le mascherine e la vaccinazione – ammoniscono i ricercatori nelle conclusioni – si dovrebbe prestare attenzione quando si tengono questi eventi durante un periodo di alta trasmissione del virus Sars-CoV-2”.