“Mi sono vaccinato maturando una decisione libera, personale, informata. E consiglierei chiunque a farlo”. Massimo Cacciari ha ricevuto il vaccino contro il coronavirus. Il filosofo, a Zona Bianca, risponde alla domanda e non fa muro come accaduto qualche settimana fa a Otto e mezzo. “Professore, lei è vaccinato?”, chiese Lilli Gruber il 18 giugno. “Sono fatti miei, questi sono fatti miei, questi sono fatti miei…”, la risposta di Cacciari, irritato. “No basta, basta, basta, basta… Parliamo di altro…”.
A un mese e mezzo di distanza, toni e concetti diversi: “In che consiste la dignità della persona umana se non nella possibilità di scegliere con informazione e liberamente? Mi sono informato e mi sono vaccinato”.
Cacciari si sofferma poi sul quadro politico e giuridico della gestione dell’emergenza coronavirus. “Non è possibile, neppure in base alla nostra Costituzione, procedere per la quinta volta attraverso stati d’emergenza senza stabilire in base a quali criteri questi stessi stati di eccezione vengano dichiarati. E’ pericolosissimo procedere in questo modo senza consapevolezza e quasi ad libitum, senza un fine preciso. Bisogna determinare per legge i casi per cui si stabilisce uno stato d’emergenza. L’unico punto in cui da noi si accenna allo stato d’emergenza è il codice della Protezione Civile sui disastri naturali”, dice. Guai, però, ad accostare questo discorso ad una denuncia relativa ad un regime totalitario o dittatoriale: “Dittatura? Ma chi ha mai parlato di dittatura, io parlo di questioni che riguardano la Costituzione e l’ordinamento giuridico. Questi sono giochetti ridicoli, se continuiamo così me ne vado…”.