Il problema dei rischi derivanti dalle sostanze utilizzate per ‘trattare’ l’erba dei campi di calcio, sollevato da Dino Baggio dopo l’ennesima morte, quella di Gianluca Vialli, “non è affatto irrilevante, soprattutto se si pensa che ci sono i giocatori professionisti che su questi campi trascorrono tante ore, ma anche non professionisti e ragazzi nel pieno del loro sviluppo”. Così Celestino Panizza, co-coordinatore del Gruppo pesticidi dell’Associazione medici per l’ambiente (Isde Italia), commenta all’Adnkronos Salute i dubbi sollevati dall’ex centrocampista della Nazionale che ha chiesto “risposte scientifiche” sul fatto che gli “erbicidi sparsi sui campi dove ho giocato possano aver causato le malattie” di tanti colleghi.
“Non si può pensare di salvaguardare la salute di chi si rotola su quell’erba mantenendo l’uso di sostanze che sono biologicamente attive. Sostanze che sono problematiche dal punto di vista della salute – ricorda Panizza – Basti pensare all’alta incidenza della Sla tra i calciatori, sulla quale non possiamo parlare di una diretta causa-effetto, ma una cosa è certa: i pesticidi sono neurotossici, provocano Parkinson e Alzheimer, tanto che in Francia il Parkinson è classificato come una malattia professionale negli agricoltori. Un fatto documentato anche in uno studio in Emilia Romagna. Così come il rischio di tumore: l’effetto cancerogeno di pesticidi, fungicidi, erbicidi è dimostrato in una miriade di studi”.
“Per questo – è il monito del medico – bisogna con urgenza cambiare le regole e studiare metodi alternativi in agricoltura e non solo. Ricordiamo che oltre la metà delle falde acquifere in Italia è inquinata da queste sostanze, alle quali siamo esposti fin dai primi momenti della vita. Ed è documentato che hanno effetti neurologici sullo sviluppo, anche sul feto dall’esposizione della madre. Ciò vale non solo in agricoltura, ma anche in luoghi come i campi sportivi, tanto che in Francia si sono posti il problema di limitare l’uso dei fitofarmarci nei campi da gioco”. In particolare “il glifosato, il pesticida più utilizzato al mondo, ha impatti negativi sulla salute umana e sull’ambiente ben documentati, in quanto ha una sua entrinseca tossicità, ha effetti cancerogeni ed è un interferente endocrino, ma il suo utilizzo purtroppo è stato ulteriormente prorogato a livello europeo”.