Caso Grillo, nuova udienza preliminare: assenti Ciro e i suoi amici

(dall’inviata Elvira Terranova) – L’appuntamento è fissato per domani mattina alle 12 al Tribunale di Tempio Pausania davanti al Gip Caterina Interlandi, ma Ciro Grillo e i suoi tre amici, accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una ragazza Italo norvegese di 19 anni non ci saranno. Anche questa volta Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria, hanno deciso di restare a Genova ed essere rappresentati in aula dai loro legali. Dall’altro lato dei banchi ci sarà l’avvocata Giulia Bongiorno che rappresenta Silvia, la studentessa italo norvegese di 21 anni che han denunciato il presunto stupro di gruppo che sarebbe avvenuto nel residence di Beppe Grillo a Cala di Volpe, in Costa Smeralda. Quella notte, tra il 16 e il 17 luglio 2019, era con un’amica, che però non è una testimone oculare perché quella notte dormiva sul divano. E anche lei è vittima di abusi perché mentre dormiva i giovani hanno scattato delle fotografie in atteggiamenti osceni proprio sul suo viso.  

Agli atti, da pochi giorni, anche una consulenza medico legale da cui emerge il sospetto che la studentessa italo-norvegese fosse stata costretta ad assumere Ghb, la cosiddetta droga dello stupro, un’ipotesi avanzata dal consulente, il professor Enrico Marinelli dell’Università La Sapienza, specialista in medicina legale, richiesta e depositata dall’avvocata Bongiorno. “In linea puramente teorica scrive Marinelli nella relazione di una ventina di pagine – non è possibile escludere” che la presunta vittima abbia assunto “cosiddette droghe da stupro, prima o in associazione con l’alcol”. Il professore le definisce “particolarmente insidiose” poiché sono “costituite da liquidi inodori e incolori, facilmente mescolabili alle comuni bevande, anche non alcoliche, senza che la vittima se ne possa accorgere”. Se per Ciro Grillo e i suoi amici il raopporto con la ragazza sarebbe stato “consenziente” il professore scrive che “non può aver espresso un valido consenso al rapporto di gruppo”. Perché l’alcol “scemava grandemente la sua capacità decisionale e annullava la sua capacità di autodeterminazione”. La ragazza, come sembra, avrebbe avuto un vuoto di memoria dopo il risveglio. “Un’amnesia senza la perdita di coscienza e la capacità di compiere azioni complesse come conversare, guidare, avere rapporti sessuali e perfino uccidere”, dice il professore.  

I ragazzi hanno sempre sostenuto che quella notte, tra il 16 e il 17 luglio 2019, ci sarebbe sì stato sesso di gruppo “ma sempre consenziente”, come hanno ribadito nei verbali. Non è dello stesso avviso la ragazza, in vacanza in Costa Smeralda, che ha sempre sostenuto di essere stata violentata. Più volte. Una denuncia arrivata una settimana dopo il presunto stupro di gruppo, al suo ritorno a Milano, dove vive con i genitori. Le accuse sono pesanti. I magistrati hanno ripercorso nella richiesta di rinvio a giudizio per i quattro giovani genovesi tutte le tappe della vicenda. 

A partire dal racconto della giovane. “Costretta ad avere rapporti sessuali in camera da letto e nel box del bagno”, “afferrata per la testa a bere mezza bottiglia di vodka”, e le legale della famiglia della ragazza ipotizza che la droga dello stupro sia stata fatta bere in quel frangente, e “costretta ad avere rapporti di gruppo” dai quattro giovani indagati che hanno “approfittato delle sue condizioni di inferiorità psicologica e fisica” di quel momento. Sono soltanto alcune delle accuse della Procura di Tempio Pausania (Sassari) a carico dei quattro ragazzi della Genova bene. Pagine su pagine di orrori raccontati dalla giovane studentessa italo-norvegese S.J, di appena 19 anni, che avrebbe subito, quel 17 luglio. Come si legge nelle carte della Procura “il residence è stato individuato grazie a un selfie scattato” dalla giovane ragazza ed “è riconducibile a Beppe Grillo”. Le indagini sono state chiuse per due volte, una prima volta a novembre e una seconda volta a inizio maggio, dopo i nuovi interrogatori dei giovani. Ciro Grillo è stato riascoltato ma non dal Procuratore, come era accaduto le prime due volte, bensì dai Carabinieri di Genova, su delega del magistrato. Dichiarazioni spontanee per dare “ulteriori elementi” a favore degli indagati. A maggio la richiesta di rinvio a giudizio.  

Per dimostrare la violenza di gruppo la Procura, prima rappresentata dal Procuratore Gregorio Capasso e dalla pm Laura Bassani, e ora solo dal capo della Procura dopo il trasferimento della pm a Sassari, hanno allegato agli atti, il racconto crudo della giovane che spiega di essere stata stuprata a turno. “Verso le sei del mattino – si legge in un verbale – mentre R. M. (l’amica della vittima ndr) dormiva”, scrivono i magistrati, la giovane è “stata costretta” ad avere rapporti sessuali in camera da letto e nel box doccia del bagno, con uno dei ragazzi. “Gli altri tre indagati hanno assistito senza partecipare”. Poi un’altra violenza, costringendo la giovane a bere mezza bottiglia di vodka contro il suo volere. La Procura ha anche una serie di fotografie e immagini che ha inserito nel fascicolo. “La ragazza ha poi perso conoscenza fino alle 15 quando è tornata a Palau”, scrivono i pm. La “lucidità” della vittima “risultava enormemente compromessa” quando è stata “condotta nella camera matrimoniale dove gli indagati” l’avrebbero costretta ad avere “cinque o sei rapporti” sessuali. 

Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria, che negano tutte le accuse di violenza sessuale, a metà luglio del 2019, erano in vacanza in Costa Smeralda, tra serate danzanti al Billionaire e cene con gli amici. Ma una notte, il 16 luglio, come poi ha raccontato la ragazza di 19 anni, si sarebbero resi responsabili di stupro di gruppo. A loro carico ci sarebbero anche alcune fotografie che i consulenti della Procura hanno trovato sui cellulari e qualche intercettazione. La ragazza, è stata più volte sentita dagli inquirenti e ha raccontato, fin nei minimi particolari, quanto sarebbe accaduto in quella notte. I magistrati in oltre un anno e mezzo di indagini hanno anche fatto messo sotto controllo i telefoni non solo dei ragazzi ma anche di altre persone, tra cui quello di Parvin Tadjik, madre di Ciro Grillo e moglie del comico genovese. La donna, sentita dai pm, ha sempre raccontato che quella sera dormiva nell’appartamento accanto a quello in cui si sarebbe consumata la violenza, dicendo di non essersi accorta di niente. 

Lo scorso 20 novembre, dopo più di un anno dai fatti, la Procura, guidata da Gregorio Capasso, ha inviato la prima notifica alle difese mettendo a disposizione il materiale agli atti. I legali hanno chiesto una proroga per le memorie difensive perché il materiale è “enorme”. Il procuratore Capasso e la sostituta Laura Bassani, hanno inserito nel fascicolo le immagini ritrovate nei telefoni che, secondo l’accusa, mostrerebbero gli abusi anche ai danni della seconda ragazza, che dormiva. Nella prima udienza, lo scorso luglio, la gup di Tempio Pausania Caterina Interlandi ha ammesso la costituzione di parte civile delle due ragazze e si è ritirata in camera di consiglio per decidere su alcune questioni preliminari sollevate dalle parti coinvolte nella vicenda giudiziaria, disponendo poi il rinvio al 5 novembre. In quell’occasione, l’avvocata Bongiorno ha prodotto una serie di articoli di giornale, video interviste e dichiarazioni della sua assistita – la 19enne italo-norvegese – ma anche di alcuni testimoni. Il collegio difensivo, oltre a contestare la genuinità e la legittimità degli atti prodotti e a chiedere una traduzione di quella chat vocale, ha eccepito alcuni difetti di notifica.  

Gli imputati sono rappresentati dagli avvocati Enrico Grillo, Sandro Vaccaro, Gennaro Velle, Romano Raimondo, Ernesto Monteverde e Mariano Mameli. Le due presunte vittime dagli avvocati Giulia Bongiorno e Vinicio Nardo. Adesso sarà un gup a decidere se Ciro Grillo e i suoi tre amici dovranno andare a processo.  

(Adnkronos)