Che tempo che fa, la prima letterina di Luciana Littizzetto

(Adnkronos) – Luciana Littizzetto scrive la prima letterina della nuova stagione di Che tempo che fa e la indirizza al Nove, il canale che da quest’anno ospita la trasmissione condotta da Fabio Fazio, giunta alla ventunesima edizione e alla prima annata ‘lontana’ dalla Rai. “Sappi che parlerò di Meloni e dell’opposizione che la combatte ogni giorno, ma oltre che di Salvini parlerò anche della Schlein…e del suo fantastico modo di esprimersi che certamente avvicinerà al partito democratico i ceti più semplici e proletari. Parlerò di Crosetto e di Pichetto, di Sangiuliano e dei libri che non ha letto. Parlerò di Piantedosi che ama i migranti ma a piccole dosi, e anche di Giorgetti che toglie le tasse ai grandi e le lascia ai piccoletti”, dice Littizzetto, dopo aver salutato il canale in diverse lingue, da ‘caro Nove’ a ‘Dear Nine’, collocando l’emittente sul telecomando ai confini dell’universo conosciuto, poco prima dell’ignoto in cui si trovano ‘telesangiovese’ e ‘Cip e Ciop Channel’. 

“Parlerò del salario minimo, che sarebbe il minimo per vivere dignitosamente, e invece non serve a niente secondo il CNEL… o LA CNEL … e parlerò del CNEL perché la sua esistenza è uno dei grandi misteri di questo pianeta insieme all’Area 51, Loch Ness e la veggente di Trevignano…”, prosegue avvertendo, per lo sconforto di Fazio, che nelle letterine e negli interventi ci saranno anche parolacce, compresi i “vaffa” rimasti in canna dallo scorso anno. 

“Parlerò di cose che fanno ridere, perché è il mio mestiere. Ma parlerò anche di cose che fanno male, perché è il mio mestiere anche quello. Parlerò di femminicidi, perché dall’inizio dell’anno sono già state uccise 90 donne di cui 75 in famiglia e possiamo cambiare rete ma non smettere di denunciare questo orrore. Parlerò anche di morti sul lavoro, che sono 657 nei primi otto mesi dell’anno… più di uno al giorno, perché chissenefrega della sicurezza se bisogna fare soldi e farli in fretta. E parlerò di guerra. Di tutte le guerre”, afferma ancora. 

“Ne parlerò come so e come posso, perché non sono un’esperta. Posso solo dire che la guerra distrugge sempre, mentre la prerogativa degli umani è quella di costruire. Ma ti giuro, caro Nove, che sarò sempre la parentesi minchiona della settimana. L’angolo della balenga. L’attimo di respiro dopo sette giorni in apnea. La finestra socchiusa in una camera piena di mangiatori di fagioli. E tu, Nove, accoglimi, fatti capanna. Fatti guscio, cofanetto, scrigno e portagioie. Sii la mia ostrica, e io sarò la tua pirla”, conclude. 

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