L’intervista del Corriere della Sera a Chiara Ferragni “è una cosa gravissima, rappresenta un degrado del giornalismo italiano che lascia perplessi e basiti, perché noi tutori dei consumatori nell’informazione e nella stampa crediamo molto”. Non la manda a dire il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, che contatta l’Adnkronos per esprimere alcune considerazioni in merito all’intervista rilasciata oggi dalla influencer. “L’intervista è proprio l’anteprima di quello che succederà durante la trasmissione di Fazio, di cui noi abbiamo chiesto la sospensione ed il sequestro”, tuona Rienzi in vista dell’annunciata presenza dell’influencer ospite domani a ‘Che tempo che fa’ sul Nove.
“All’interno di un momento di informazione rivolta al pubblico – scandisce – si consente di diffondere una difesa di un incriminato di gravi reati che riteniamo sia piena di bugie, falsità e calunnie contro chi ha agito, come l’Antitrust, svolgendo le proprie funzioni per il ripristino della legalità contro imbrogli così palesi”. “La Ferragni – lamenta Rienzi – continua a dire che tutto il marcio venuto fuori sul pandoro-gate vada riassunto in un ‘errore di comunicazione’ e che nel cartiglio che lei fece mettere sul pandoro non vi sarebbe scritto che il ricavato sarebbe andato in beneficenza, quindi sarebbe in perfetta buona fede”.
“Come è possibile che rispetto a queste bugie che contrastano anche con documenti acquisiti dall’istruttoria, i giornalisti non siano in grado quanto meno di mettere in dubbio, facendo buona informazione ai lettori, che al contrario il cartiglio sul pandoro era estremamente chiaro e inequivocabile?”, affonda il presidente del Codacons.
“Noi abbiamo la prova acquisita con l’accesso agli atti che nessuna somma derivante dagli acquisti dei pandori sia stata destinata a queste finalità – scandisce Rienzi – per cui è tutto falso e tale da alterare la capacità di acquisto prima e di donare poi del consumatore”. Che spiega: “Il bonifico di 50 mila euro di Balocco era di maggio e quindi precedente e non ha alcun rapporto causale con le vendite del pandoro; non è un versamento conseguente alla generosità e beneficenza di un numero considerevole di consumatori che hanno invece comprato il pandoro vittime di un palese inganno.”.
Sull’intervista di oggi Rienzi specifica: “Io non mi stupisco della posizione della Ferragni che si deve difendere giustamente, il problema è la gestione del dovere di un editore e due giornalisti di fornire informazioni complete, corrette e non di parte specie laddove vi sia un processo penale in corso ed un giudizio amministrativo pendente”.
Rienzi ricorda poi che il Codacons ha chiesto il sequestro della trasmissione ‘Che tempo che fa’, dove l’influencer è annunciata ospite domenica 3 marzo perché “temiamo la stessa vergognosa presa in giro degli italiani, questa volta attraverso gli ascoltatori della rete Nove tv”. In conclusione, “chiediamo il rispetto per i lettori di un giornale importante come il Corriere della Sera così come dei telespettatori di Nove tv, perché non si può consentire ad una persona oggetto di un processo penale per gravi reati commessi ai danni di 300mila consumatori e di un procedimento sanzionatorio della massima autorità indipendente, l’Agcom, di poter avere l’occasione anche indirettamente di professare la propria versione in assenza di un reale contraddittorio”.