Il monito della Corte Costituzionale che scade domani, concesso al Legislatore nell’ordinanza 132/2020 ‘Reati di diffamazione a mezzo stampa e applicazione della pena detentiva’, “è diverso rispetto ai due precedenti emblematici (fine vita ed ergastolo ostativo) che hanno sollevato scalpore e discussioni: Stavolta la Consulta non ha dettato alcuna disciplina nuova né ha affermato l’incostituzionalità paralizzandola temporaneamente”. Ma la disattenzione del Parlamento “dimostra che il ricorso ai moniti è uno strumento che purtroppo si è logorato”. Ne parla con l’Adnkronos l’ex presidente della Corte Costituzionale, Giovanni Maria Flick che afferma: “Spingere i giudici ad andare oltre spesso non è opportuno. Ma mi rendo tuttavia conto che spesso non ci sono altre soluzioni, anche perché sul fronte parlamentare assistiamo ad una profonda crisi di delegittimazione del Parlamento come organismo legislativo, di cui anche il Legislatore è responsabile”.
Flick ricorda: “Nel caso Cappato si chiedeva al legislatore di introdurre una normativa non esistente di fronte ad una situazione drammatica; nell’ergastolo ostativo si riconosceva l’incostituzionalità di una norma ma la Corte chiedeva al legislatore di modificare la disciplina tenendo conto della pericolosità di situazioni di questo tipo ritardando a tal fine la ‘cancellazione’ della norma stessa per incostituzionalità”. Diversa è la posizione della Consulta nell’ordinanza 132/2020 sui reati di diffamazione a mezzo stampa ed applicazione della pena detentiva: “la Corte – rimarca Flick – riconosce l’incostituzionalità ma non la pronuncia perché c’è in corso un procedimento di modifica da parte del Legislatore. Dunque rinvia la decisione, in attesa che il Parlamento completi l’iter”.
L’iter tuttavia non è stato completato, quindi? “Non sono in grado di avanzare previsioni. Sono contrario a interviste ‘predittive’, brutte copie di sentenze ‘predittive’ che pensano di poter ricavare dal passato previsioni sul futuro – risponde – Ho troppo rispetto per la Corte costituzionale per esprimere qualsiasi valutazione anticipata su ciò che deciderà. E’ certo comunque che la Consulta non ha né accelerato sull’incostituzionalità, né ha ritenuto di poter avanzare lo schema di una disciplina legislativa che potesse regolamentare la situazione. Io comunque rilevo che formulare giudizi di incostituzionalità senza renderli operativi, o comunque costruire norme alternative (come nel caso Cappato per il fine vita) spinga i giudici ad andare oltre. E questo forse è inopportuno. Domani la Consulta si troverà di fronte a una situazione in cui ha espresso forti perplessità in seguito alle pronunce provenienti dalla Corte europea dei diritti dell’uomo sul carcere per la diffamazione, vincolanti per noi. Ma – conclude Flick – non ha dettato alcuna disciplina nuova né ha affermato l’incostituzionalità paralizzandola temporaneamente”. (di Roberta Lanzara)