Covid dal gatto all’uomo: in gruppo di scienziati thailandesi ha fornito “la prima prova solida” di un contagio Covid trasmesso dal felino all’uomo. Lo riferisce ‘Nature’, facendo riferimento a uno studio pubblicato nelle scorse settimane su ‘Emerging Infectious Diseases’ da un team della Prince of Songkla University di Hat Yai, nel sud della Thailandia. Gli esperti tengono comunque a precisare che si tratta di casi rari, in base a ricerche secondo cui i gatti infettati da Sars-CoV-2 liberano poco virus e per un tempo ridotto. L’invito è a non abbandonare l’animale eventualmente contagiato, bensì a prendersene cura.
La scoperta è avvenuta per caso, spiega Sarunyou Chusri, ricercatore di malattie infettive e medico, coautore del lavoro. In agosto un padre e un figlio risultati positivi al coronavirus pandemico sono stati trasferiti in un reparto di isolamento dell’ospedale della Prince of Songkla University. Anche il loro gatto, un soriano 10 anni, è stato sottoposto a tampone ed è risultato positivo. Durante il test, il micio ha starnutito davanti a un veterinario che indossava mascherina e guanti, ma non una protezione per gli occhi. Tre giorni dopo il veterinario ha manifestato febbre, raffreddore e tosse; successivamente è risultato positivo a Sars-CoV-2, ma nessuno dei suoi contatti stretti ha sviluppato Covid-19, suggerendo che la fonte del suo contagio fosse il gatto. L’analisi genetica ha poi confermato che il veterinario era stato infettato dalla stessa variante che aveva contagiato l’animale e i suoi proprietari: le sequenze risultavano identiche.