“Più che di quarta ondata parlerei di risalita dei contagi, con modesto impatto in ambito ospedaliero. Sul fatto che ci sia un incremento importante dei casi non ci sono dubbi, sta avvenendo in tutta Europa”. A fare il punto è Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, intervenuto alla trasmissione ‘L’Italia s’è desta’ su Radio Cusano Campus.
“In Italia l’impatto dell’aumento dei casi sugli ospedali – afferma Cartabellotta – è quantitativamente inferiore rispetto al periodo in cui non c’erano i vaccini ed è anche meno grave perché l’incremento maggiore è stato in area medica, non in terapia intensiva. Attenzione però a mantenere tutte le precauzioni, come l’utilizzo della mascherina, per evitare un’ulteriore incremento della circolazione del virus”, sottolinea.
Però “a oggi, tra la popolazione vaccinabile, le persone che non hanno fatto il vaccino sono oltre 7 milioni di cui circa 2,7 milioni sono over 50. Ho l’impressione che tra esenzioni e zoccolo duro, non si riuscirà ad andare oltre i 15-20mila nuovi vaccinati al giorno. E questa rimane una criticità in vista dell’inverno”.
Sul fronte della vaccinazione anti-Covid, prosegue, “la seconda criticità è legata alle terze dosi. Noi abbiamo una terza dose che di fatto è dedicata alle persone immuno-compromesse, che sono una platea fissa. Umbria e Toscana hanno utilizzato il meccanismo di chiamata attiva e sono a una copertura molto ampia, altre invece hanno utilizzato il meccanismo di prenotazione volontaria e sono più indietro”. “E’ importante – rimarca Cartabellotta – che ci si allinei sul meccanismo di chiamata attiva. Il problema fondamentale però è che adesso stiamo ricominciando un vero e proprio giro di campagna vaccinale man mano che passano 6 mesi dalla seconda dose per gli anziani. Siccome diverse Regioni hanno smantellato gli hub, bisogna riorganizzarsi. Entro la fine dell’anno le dosi booster ammontano a circa 12 milioni”.