Le riaperture in Gran Bretagna? “Credo che la valutazione debba essere fatta in base alla situazione epidemiologica locale, dunque bene per gli inglesi se possono riacquistare alcune libertà”. Questo il commento di del presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, sul Corriere della Sera riguardo la notizia che dal 19 luglio il Regno Unito riaprirà tutto nonostante il nuovo aumento di contagi dovuti alla variante Delta.
“In Italia – afferma Brusaferro – l’incidenza dei casi è ferma a 9 su 100 mila abitanti, “l’auspicio è che si possa scendere ancora, ma i dati al momento mostrano che la discesa si è fermata. La scommessa è mantenerci su numeri più bassi possibile che ci garantiscano di poter tracciare i casi positivi”.
“Da noi – dice ancora il presidente dell’Istituto superiore di sanità – l’obbligo dell’uso della mascherina all’aperto è stato allentato, ma anche in una fase di circolazione contenuta del virus come l’attuale resta fondamentale mantenere l’attenzione nelle situazioni a rischio, vale a dire quando ci ritroviamo nella folla o in situazioni che non consentono il distanziamento. Non bisogna stancarsi di ricordarlo. Stanno emergendo nuove varianti che come abbiamo visto sono capaci di conquistare il campo con grande rapidità”.
“Al momento non abbiamo evidenze sufficienti per affermare che dal punto di vista clinico la variante Delta sia meno aggressiva – spiega Brusaferro – perché le infezioni si inseriscono in un contesto di popolazione vaccinata in percentuali elevate. Servono più dati per comprendere il reale impatto clinico del ceppo mutante. Sappiamo però che se siamo immunizzati al completo con doppia dose, la protezione dalla variante è molto alta, specie per quanto riguarda effetti più gravi, ricovero e mortalità. Noi contiamo molto sul nostro sistema di monitoraggio, che copre tutte le Regioni e garantisce dati attendibili. È basato su due pilastri. Il sequenziamento quotidiano da parte delle Regioni su campioni casuali e categorie particolari, esempio persone che si infettano una seconda volta o contraggono l’infezione anche se vaccinate. Questi dati confluiscono nel bollettino quindicinale. L’altro pilastro sono le indagini flash su un campione rappresentativo della popolazione. Nell’ultima fotografia la variante Delta risultava in crescita. È un sistema costruito per cercare le varianti ritenute preoccupanti e quelle che potenzialmente lo possono diventare. L’Italia sta ulteriormente rafforzando l’attività di sequenziamento”.
Riguardo il vaccino, Brusaferro afferma che “è importante in ogni fascia d’età avere completato il ciclo, ma soprattutto peri fragili sopra i 60 anni. Attualmente su 18 milioni di over 60, 11 milioni hanno ricevuto due dosi (63%) e l’83% almeno una dose. È molto importante che chi ancora non si è fatto vedere ai servizi vaccinali perda l’esitazione. L’auspicio è che l’incidenza dei casi possa scendere ancora, ma i dati al momento mostrano che la discesa si è fermata. La scommessa è mantenerci su numeri più bassi possibile che ci garantiscano di poter tracciare i casi positivi”. Quanto alle conseguenze dei viaggi all’estero, “dipende da come ci comportiamo ogni giorno. Se partiamo vaccinati e osserviamo comportamenti prudenti possiamo sentirci più al sicuro. Dipende soltanto da noi. Un rischio potenziale c’è, se ci si addentra senza protezioni fra folle provenienti da altre Paesi. Al rientro sarà importante attuare una strategia di tracciamento dei casi e quarantena. Sulla scuola – conclude – la scommessa è vaccinare più possibile specie nell’ottica delle varianti che non possiamo escludere a priori possano diventare una minaccia molto seria. L’auspicio è che per settembre-ottobre si possa raggiungere una copertura vaccinale che funzioni come scudo”.