In Italia “i casi per fortuna sono in lenta, ma costante diminuzione nonostante un andamento un po’ altalenante. L’incidenza di questa settimana è di 562 casi su 100mila abitanti”. Lo sottolineato Anna Teresa Palamara, direttore Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, nel video di commento al monitoraggio settimanale Covid-19 Iss-ministero della Salute. Tra le sottovarianti, evidenzia, Omicron “guadagna terreno BA.2, che è evidentemente nettamente prevalente”, ma “in qualche regione cominciano ad osservare la variante BA.4. Vedremo come andrà nelle prossime settimane. Sulla piattaforma IcoGen osserviamo anche 38 possibili ricombinanti Omicron-Omicron che sono Xe, Xj, Xl: noi le monitoriamo costantemente, ma fortunatamente la comparsa di questi ricombinanti non si associa ad una diversità nella quota di trasmissione e di severità della malattia”.
Palamara ha poi precisato che “la percentuale delle reinfezioni è sempre abbastanza elevata, è al 5%. Questa è una costante che vediamo dall’inizio della circolazione della variante Omicron. Fortunatamente questo aumento non si associa ad una crescita dei ricoveri in area media e in terapia intensiva”.
REZZA – “Questa settimana osserviamo un miglioramento della situazione epidemiologica del nostro Paese”, spiega il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza. “Il tasso di incidenza – continua Rezza – scende leggermente e si fissa intorno a 559 casi di Covid 19 per 100 mila abitanti. E’ invece stabile l’Rt, intorno a 0,96, quindi di poco al di sotto dell’unità. Il tasso di occupazione dei posti di area medica e di terapia intensiva, rispettivamente al 14, 5 e al 3,7%, quindi in lieve diminuzione, ancora rispetto alla scorsa settimana. C’è una tendenza alla decongestione delle strutture ospedaliere”.
“Data però l’elevata circolazione virale – l’incidenza lo ricordiamo, è ancora relativamente elevata – è bene continuare a mantenere comportamenti ispirati alla prudenza. E, allo stesso tempo, serve mantenere elevata la copertura vaccinale. E’ importante, dunque, che coloro che devono ancora fare i richiami vaccinali li facciano al più presto”, conclude.