Covid, Lopalco: “Con vaccino cambiare criteri per chiusure”

Coronavirus in Italia? “Ora che abbiamo i vaccini, vanno cambiati i criteri che determinano le chiusure. E il numero dei casi positivi andrà usato per quello che è: un dato utile ad arginare l’andamento dell’epidemia, a sorvegliare la diffusione del virus. Però ciò che deve contare veramente sono i ricoveri. Se ci contageremo, ma non avremo gravi conseguenze perché i più fragili sono protetti dal vaccino, non sarà un problema enorme”. Così al Messaggero Pier Luigi Lopalco, assessore alla Sanità della Regione Puglia, precisando che “il sistema dei parametri sui colori delle Regioni deve essere superato. Il numero dei casi positivi ci interesserà sempre di più per fare monitoraggio, per il sequenziamento, per valutare l’efficacia del vaccino. Ma legare le chiusure, e dunque il danno economico per una Regione e per i suoi cittadini, al fatto di eseguire i tamponi e di conseguenza trovare positivi, potrebbe indurre qualcuno in tentazione, a frenare sui test per evitare di finire in arancione o in rosso”.  

“Al fine del monitoraggio, quei dati servono – prosegue il professore di Igiene dell’Università di Pisa – Serve dunque un sistema di intelligence e tracciamento serio, allo stesso tempo serve collegare le chiusure a un segnale di sovraccarico del sistema sanitario. Se la circolazione virale aumenta, ma non ci sono difficoltà negli ospedali, non vedo perché dobbiamo chiudere. Dopo le ondate che abbiamo avuto, con molte persone vaccinate, ritengo improbabile una nuova ondata. Concludo: monitoriamo sempre la situazione, ma stiamo attenti a non creare degli automatismi che potrebbero causare danni enormi alla società senza beneficio sanitario”.  

Quanto alla variante Delta e allo studio israeliano secondo cui il siero Pfizer sarebbe efficace nel 64 per cento dei vaccinati, Lopalco afferma che “lo sappiamo che le varianti possono rendere meno efficaci i vaccini sull’infezione, ma quello che ci deve interessare è non andare in ospedale. Il problema non è l’infezione, ma la malattia grave. E il vaccino riduce i casi gravi”. Quando avremo vaccinato il 70 per cento degli italiani dovremo entrare nell’ottica di convivere con il virus, sostiene l’assessore: “Se la maggioranza della popolazione è protetta, dobbiamo ragionare così. D’altra parte, non è che chiudiamo la società ogni anno per l’influenza che pure causa milioni di contagiati e migliaia di decessi. Questo virus, se riusciremo a vaccinare per bene, sarà uno dei tanti che, purtroppo, causano polmoniti interstiziali. Ma guardate che già ce ne sono altri. Dobbiamo essere chiari: questo virus non è eradicabile, non può scomparire dalla faccia della terra come il vaiolo. Deve essere controllato, con la vaccinazione. Non è escluso che possa servire la terza dose, ma è presto per dirlo. Se il virus circola senza fare danni, però, la terza dose alla fine ce la farà l’infezione naturale”. 

(Adnkronos)