Nel corso della pandemia di Covid-19, “tra i 5 e i 12 anni ci sono stati circa 250mila bambini infettati in Italia, numeri che hanno portato a un ricovero ospedaliero per ben 1.450 bambini, con 36 in terapia intensiva e 9 decessi. Cifre significative”. Lo ha detto Annamaria Staiano, presidente della Società italiana di pediatria (Sip), nel corso della conferenza stampa al ministero della Salute sull’avvio della vaccinazione nei bambini di 5-11 anni.
“L’entusiasmo con cui accogliamo la vaccinazione anti Covid nella fascia di età 5-11 anni – ha spiegato – derivano da considerazioni sanitarie, sociali e psicologiche. In questa fascia di stiamo riscontrando un aumento importante dell’incidenza. Nelle ultime settimane ci sono stati ben 250 casi su 100mila soggetti nella popolazione italiana, con un aumento significativo dell’incidenza rispetto alle altre fasce di età, anche rispetto agli over 12, dove la maggior parte è stata vaccinata. E questo dimostra ancora una volta l’utilità del vaccino”.
Nessuna interferenza del vaccino anti-Covid sullo sviluppo puberale: “La notizia che circola, e che ha circolato anche durante la campagna vaccinale degli over 12, non è basata su alcuna evidenza scientifica. Non c’è alcuna interferenza con l’asse ormonale. Questo è stato dimostrato ampiamente”, ha quindi assicurato Staiano.
Nei piccoli 5-11enni vaccinati negli Stati Uniti, dove sono in maggior numero, “si è visto che il tasso di effetti collaterali in questa fascia di età è inferiore rispetto alla fascia di età over 12 – ha evidenziato -. Perfino la miocardite, tanto temuta, in questa fascia di età, dopo le due dosi di vaccino, ha una percentuale inferiore rispetto ai più grandi”. Secondo dati pubblicati, “le miocarditi come effetto collaterale di Sars-CoV-2” sono risultate “4 volte superiori alla doppia dose di vaccino”, conclude Staiano.