Record di contagi covid e morti nelle ultime 24 ore in Italia. L’occupazione delle terapie intensive è cresciuta in 5 Regioni. Saremmo al picco pandemico secondo l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco e il sottosegretario alla salute Sileri.
Sono stati 228.179 i nuovi casi da Coronavirus registrati ieri in Italia secondo i dati e i numeri Covid del bollettino della Protezione Civile e del ministero della Salute. Sono stati registrati anche altri 434 morti: si tratta dei numeri più alti della quarta ondata, sia per quanto riguarda le infezioni che i decessi. Sono stati 150 gli ingressi in terapia intensiva con coronavirus in 24 ore, ma è calato il numero totale dei ricoverati nelle rianimazioni, che sono stati 1.715, due in meno del giorno precedente. Sono aumentati i ricoverati con sintomi che sono stati 220 in più rispetto a lunedì e hanno portato il totale dei pazienti nei reparti a 19.448. Sono stati 1.481.349 i tamponi processati con un tasso di positività al 15,4%. Dall’inizio dell’emergenza sono state contagiate dal Covid 9.018.425 persone, mentre le vittime sono salite a 141.825. In totale sono 6.314.444 le persone guarite, 220.811 nelle ultime 24 ore. Ad oggi in Italia ci sono 2.562.156 positivi, 6.878 in più di ieri.
L’occupazione media di posti da parte di pazienti Covid nei reparti di terapia intensiva degli ospedali italiani è stabile, ‘ferma’ ormai da una settimana, dall’11 gennaio per l’esattezza, al 18%, dunque ancora 8 punti percentuali sopra la soglia del 10% considerata critica, secondo gli ultimi dati dell’Agenzia per i Servizi sanitari regionali (Agenas), aggiornati a lunedì alle 19.11. Ma dai dati registrati nelle 24 ore, l’occupazione risulta aumentare in 5 Regioni: Campania con +1% si attesta al 13%, Friuli Venezia Giulia con +1% raggiunge il 24%, Marche (+1%) al 25%, Puglia con +1% registra il 13% e Toscana che vede salire l’occupazione dei posti letto del 2% (al 24%). Le altre Regioni e province autonome registrano dati stabili o in calo. L’occupazione media di posti letto da parte di pazienti Covid nei reparti di area non critica degli ospedali italiani, in costante crescita nelle ultime settimane, è stabile da due giorni al 29%, ben al di sopra della soglia critica del 15%, e nelle 24 ore risulta aumentata in 14 Regioni e Province autonome: Abruzzo con +1% si attesta al 30%, Calabria +1% al 42%, Friuli Venezia Giulia +1% al 31%, Lazio +1% (al 28%), Liguria con +2% (40%), Lombardia +1% (35%), Marche +1% al 28%, Molise +1% (14%), Provincia di Bolzano +1% (19%), Provincia di Trento +1% (26%), Puglia +1% (22%), Sicilia +1% (36%), Toscana +1% (26%) e Veneto +1% (26%). Al momento la Valle d’Aosta, con un’occupazione al 52%, anche se in calo del 17% nelle 24 ore, risulta la Regione con la percentuale più alta, Molise la più bassa, con il 14%.
Sul covid in Italia “dobbiamo continuare a consolidare i dati fino alla fine del mese. Ma il picco inteso come il punto massimo di altezza della curva epidemica” del coronavirus “credo sia stato raggiunto. Questa settimana credo sia determinate per consolidare i dati e avere la conferma definitiva”. Lo spiega all’Adnkronos Salute l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di igiene all’Università del Salento. Dello stesso avviso il segretario alla Salute Piepaolo Sileri secondo il quale sul covid e i contagi, oggi in Italia “stiamo vivendo un picco pandemico. Ovviamente vi sarà, poi, una decrescita dei casi. E tutte le regole che oggi stiamo mettendo, a mio avviso in tempo relativamente breve, potranno essere di nuovo modificate per allentare la presa”. E anche per quanto riguarda la richiesta di cambiare il modello dei ‘colori’ per le Regioni, “non servirà questa rimodulazione perché, per l’andamento del virus, in qualche settimana si ritornerà a una situazione in cui il giallo scomparirà”. Lo ha detto Pierpaolo Sileri, il sottosegretario alla Salute, ai microfoni di ‘Radio anch’io’, su Radio 1. Per Sileri, però conservare il sistema dei colori “è fondamentale nel caso possano, un giorno, presentarsi ulteriori varianti” più preoccupanti.
Per quanto riguarda le regole più stringenti “dobbiamo considerare ciò che si sta facendo non come qualcosa di fisso, che durerà all’infinito. Ma come qualcosa di modulabile a secondo di quello che ci serve. La variante Omicron ci sta ponendo di fronte a un virus che corre di più ma sembra meno grave in una popolazione vaccinata, con un picco che abbiamo verosimilmente raggiunto e che comincerà a decrescere. Nelle prossime settimane molte di queste regole verranno ulteriormente riviste”.
“Il bollettino sui dati Covid – assicura quindi Sileri – rimane. Oggi, però, non è importante il numero dei contagi, ma il numero dei ricoveri e delle persone nelle terapie intensive. Va spiegato il trend settimanale che da un quadro più veritiero. Ma al momento, in termini di comunicazione, non cambia nulla”. Il bollettino, dunque, “è quello. L’aiuto deve venire anche dai media e da come sono sottolineati i dati. Noi dobbiamo dare dati migliori, ma su quei dati va fatta una comunicazione migliore”, sui numeri significativi “oggi i ricoveri più che i contagi”, ha concluso.