“Innanzi tutto sono contento ed onorato della stima e della fiducia che il segretario del Pd ha avuto nei miei confronti. Dopo di che la partita è complicata però sono fiducioso che alla fine si troverà un punto di incontro”. Lo ha affermato Alessandro Zan ai microfoni di Rainews 24.
“Noi abbiamo la necessità di fare presto perché nei prossimi due mesi il Parlamento sarà occupato dalla legge di Bilancio poi ci sarà l’elezione del Capo dello Stato, non è che la legislatura dura all’infinito. Domani comincerò ad incontrare i presidenti di Gruppo dei vari partiti per capire se c’è un punto di incontro possibile che non stravolga e non cambi i punti fondamentali della legge”, ha affermato ancora Zan che ha aggiunto: “L’articolo uno non è un articolo che contiene l’identità di genere, ma contiene le definizioni, compresa quella dell’identità di genere. L’articolo uno non era presente nella legge che era stata presentata alla Camera prima dei successivi emendamenti, per cui l’articolo uno non è sicuramente uno degli articoli centrali di questa legge, mentre l’identità di genere è presente negli articoli due e tre, cioè nell’estensione della legge Mancino”. “Domani -ha quindi affermato Zan- cercherò di capire quali sono le richieste dei singoli Gruppi e se si può arrivare ad una mediazione che non sia una mediazione al ribasso”.
“La cosa importante è superare l’ostacolo di mercoledì, la cosiddetta tagliola, il non passaggio agli articoli proposto da Fratelli d’Italia e la Lega. Se dovesse passare questo la legge morirebbe, se Fratelli d’Italia e Lega volessero partecipare ad un’interlocuzione dovrebbero principalmente ritirare questa tagliola” per non “affossare la legge”, ha sottolineato.
E “non è vero che è il mondo femminista” a opporsi ai contenuti attuali del provvedimento, “perché stiamo parlando di una piccola minoranza rispetto alla stragrande maggioranza del movimento femminista italiano, che invece sostiene così com’è il ddl Zan”.