(Adnkronos) – “Hanno strumentalizzato questo caso alla grande. Nessuna rievocazione nazista, dovevano venire anche i partigiani ma non hanno fatto in tempo…”. Contattato dall’Adnkronos, Bruno Cinque, il consigliere comunale di Fratelli d’Italia di Spilimbergo, in Friuli Venezia Giulia, che si è presentato qualche sera fa alla proiezione del film ‘Il Comandante’ insieme ad altre persone che indossavano uniformi dei tempi del Reich, risponde così alle critiche piovute sui protagonisti dell’iniziativa. Il caso è salito alla ribalta nazionale, con il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni che ha annunciato una interrogazione parlamentare, mentre il Pd parla di vicenda “grottesca e preoccupante”.
Cinque però non ci sta e racconta la sua versione dei fatti. “Alcuni giorni fa incontro il presidente del circuito cinema della città, il quale mi fa: guarda che la prossima settimana devo proiettare ‘Il Comandante’ (il film ambientato durante la Seconda guerra mondiale con Pierfrancesco Favino nei panni dell’ammiraglio Todaro, ndr), so che tu hai fatto la carriera militare, mi farebbe piacere se riuscissi a far venire qualche membro dell’associazione d’arma per fare un po’ di scenografia. Io accetto e inizio a sondare la disponibilità dei membri dell’associazione, ma sono tutte persone di una certa età e la mia ricerca si rivela infruttuosa. Quindi contatto un amico che organizza eventi in giro per la regione con il suo gruppo di divise storiche. E gli chiedo di mandare qualcuno per la proiezione del film…”.
La scena è la seguente: intorno alle 20.15, a circa 45 minuti dall’inizio della proiezione, gli spettatori del Cinema Teatro Miotto di Spilimbergo si ritrovano le divise della Wehrmacht in sala, tra facce sbigottite e sghignazzi. “Anche io – racconta Cinque – arrivo in uniforme, vestito da carrista italiano della Seconda guerra mondiale. In tutto siamo: quattro vestiti da tedeschi e tre vestiti da soldati italiani”.
Ma all’appello manca qualcuno, e non è un dettaglio di poco conto: “Le persone che dovevano vestirsi da partigiani italiani e titini non hanno fatto in tempo ad arrivare”. E questo, secondo il consigliere di Fdi ed ex militare, si rivelerà cruciale. “Inoltre – aggiunge – cinque minuti prima della proiezione doveva esserci una presentazione della nostra iniziativa, per contestualizzare il tutto. Ma la sala si è riempita e il film è iniziato. Alla fine la gente è andata via subito. E quindi niente presentazione: abbiamo fatto una foto e ce ne siamo andati”.
Cinque si dice dispiaciuto per le polemiche ma rispedisce al mittente le accuse di apologia di fascismo: “Non avevamo nessun intento ‘nostalgico’ – ribadisce Cinque all’Adnkronos – è stato tutto casuale. Garantisco che non c’era nessuna volontà di dare visibilità a cose che sono lontane da noi”. Il cruccio però rimane: “Se solo fossero arrivati i due vestiti da partigiani, la cosa sarebbe finita lì…”.
(di Antonio Atte)