Djokovic respinto da Australia: “Regole sono regole”. Lui fa ricorso

“Le regole sono regole, nessuno è al di sopra”, ha chiarito il primo ministro australiano Scott Morrison. Si riferisce a Novak Djokovic, respinto dall’Australia. Non vaccinato, il numero 1 del tennis mondiale è arrivato nel Paese con un’esenzione speciale per partecipare all’Australian Open, al via il 17 gennaio a Melbourne. Il suo visto però non è stato giudicato regolare. Una decisione contro la quale Djokovic ha deciso di presentare ricorso contro l’espulsione: la corte è stata aggiornata a lunedì, con i suoi avvocati che spingono perché l’atleta rimanga in Australia fino ad allora si legge su express.co.uk. 

Djokovic è atterrato a Melbourne, Tullamarine Airport, verso le 23.30 locali (le 13.30 italiane) del 5 gennaio. Il suo visto non è stato giudicato conforme: insufficiente, in particolare, la documentazione allegata per giustificare l’esenzione dal vaccino. Non sarebbe risultato chiaro, in particolare, se Djokovic sia guarito dal covid negli ultimi 6 mesi. La vicenda è stata complicata dal rimpallo di responsabilità: le autorità federali, addette ai controlli, hanno chiesto l’intervento del governo dello stato di Victoria, che ha replicato esigendo una richiesta scritta. Nessuno, apparentemente, ha voluto mettere il timbro sul passaporto di Djokovic assumendosi la formale responsabilità di dare il via libera all’ingresso dell’illustre no vax. 

“L’Australian Border Force continuerà a garantire che chi arriva ai nostri confini rispetti le nostre leggi e soddisfi i requisiti per l’ingresso. L’ABF può confermare che il signor Djokovic non ha fornito elementi appropriati per soddisfare i requisiti per l’ingresso in Australia, il suo visto di conseguenza è stato cancellato”, rende noto l’ABF, responsabile del controlli sugli ingressi nel Paese. “Chi non ha la cittadinanza ed è sprovvisto di un visto valido o ha un visto cancellato sarà trattenuto e allontanato dall’Australia”, prosegue la nota che smentisce le voci secondo cui il tennista sarebbe stato trattenuto in una stanza e privato del suo cellulare per diverse ore: “ABF può confermare che il signor Djokovic ha avuto accesso al suo telefono”. 

Il caso
 

Il trattamento riservato al fuoriclasse (l’esenzione ottenuta per partecipare agli Australian Open) ha fatto discutere, diventando anche un caso politico. “Chiunque entri in Australia deve avere i requisiti. Quando Djokovic arriverà, credo non manchi molto, dovrebbe fornire una spiegazione plausibile se non fosse vaccinato – aveva avvertito il premier australiano Morrison – Aspettiamo e vediamo quali elementi fornisce. Se la documentazione fosse insufficiente, verrebbe trattato come tutti gli altri e verrebbe rimesso sul primo aereo. Non ci sono regole speciali per Novak Djokovic”.
 

(Adnkronos)