(Adnkronos) – Mario Draghi ha fatto Mario Draghi. Il copyright è di Matteo Renzi, che aveva auspicato e suggerito questo approccio. Il premier nell’aula del Senato ha parlato chiaro, dicendo per punti essenziali cosa va fatto da qui alla fine della legislatura, e ha poi rivolto ai senatori la stessa domanda che rivolgerà ai deputati: siete pronti a sostenere l’azione del governo con una fiducia vera e non formale? La risposta, ha puntualizzato Draghi, “non la dovete a me ma agli italiani”.
Ora, per cinque ore e mezza, Draghi ascolterà la risposta che arriverà dalle forze politiche e ne trarrà le conseguenze.
Il tratto essenziale dell’intervento del premier è stato il realismo, accompagnato da un linguaggio e da un tono volutamente esplicito. Il rigassificatore a Piombino deve funzionare entro la primavera perché è una questione di sicurezza nazionale; il reddito di cittadinanza va cambiato, perché non deve danneggiare il mercato del lavoro; il carico fiscale sul lavoro va abbassato soprattutto per i redditi più bassi; entro i primi giorni di agosto va fatto un provvedimento corposo per sostenere le imprese e le famiglie alle prese con il caro energia e per aiutare a ricostituite il potere d’acquisto. Tutto questo va fatto senza ulteriori scostamenti di bilancio, perché l’andamento delle finanze pubbliche lo consente.
Ce n’è per tutte le polemiche, le obiezioni e le posizioni di bandiera che hanno portato alla scelta, sofferta, di dimettersi.
Ora c’è un’altra possibilità. È quella di esprimere fiducia rispetto alle priorità che ha indicato. Una fiducia che deve essere vera e che deve comportare comportamenti conseguenti.
Nel rispetto dei propri ruoli, il governo fa la sua parte e il Parlamento anche, prendere o lasciare. Senza ulteriori e dannose ambiguità. Draghi ha fatto Draghi, ora si esprimeranno i partiti e i parlamentari.
(Di Fabio Insenga)