Lo storico Nicola Tranfaglia, autore di studi sulla storia politica e istituzionale del Novecento italiano e specialista di storia del giornalismo, è morto la notte scorsa all’età di 82 anni a Roma. L’annuncio della scomparsa è stato dato dalla Fondazione Paolo Muridi, di cui era presidente del comitato scientifico. La famiglia ha precisato all’Adnkronos che il professore Tranfaglia era stato ricoverato circa tre mesi fa nell’ospedale romano Umberto I in seguito ad un’emorragia cerebrale da cui non si era più ripreso.
Nato a Napoli il 2 ottobre 1938, Tranfaglia è stato uno storico di grande rilievo passato da giovane collaboratore di “Nord e Sud”, la rivista meridionalista di Francesco Compagna, agli studi storici, divenendo docente di storia contemporanea presso l’Università di Torino, di cui era professore emerito dal 2007. Attento studioso del movimento democratico e del fascismo, Tranfaglia si è dedicato con acume ad indagare le radici storiche di fenomeni come il terrorismo, le mafie e il populismo ed ha dedicato buona parte del suo lavoro alla storia del giornalismo: è autore della monumentale “Storia della stampa italiana” curata insieme a Valerio Castronovo per Laterza (sette volumi, 1976-2002). Ha diretto grandi opere di critica e sintesi storiografica: “Il mondo contemporaneo” (19 volumi, 1978-83, La Nuova Italia); “La storia. I grandi problemi dal Medioevo all’età contemporanea” (con Massino Firpo, 10 volumi, 1986-88, Utet); “Storia d’Europa” (4 volumi, con la curatela di Bruno Bongiovanni e Gian Carlo Jocteau, 1980, La Nuova Italia); “Dizionario storico dell’Italia unita” (Laterza, 1996).
Tranfaglia si era laureato nel 1961 in giurisprudenza presso l’Università “Federico II” del capoluogo campano, discutendo una tesi sulla storia della Corte costituzionale in Italia. Iniziò la carriera accademica come ricercatore presso la Fondazione Luigi Einaudi di Torino, per diventare tre anni dopo assistente di Alessandro Galante Garrone alla cattedra di storia contemporanea dell’Università di Torino. Dal 1976 al 2006 è stato titolare delle cattedre di storia contemporanea, di storia dell’Europa e del giornalismo all’Università di Torino. E’ anche preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Ateneo torinese. Era membro delle redazioni delle riviste “Studi storici” e “Passato e presente” e del comitato scientifico della Fondazione Nazionale Antonio Gramsci.
Vasta la bibliografia di Tranfaglia: “Carlo Rosselli dall’interventismo a Giustizia e Libertà” (Laterza, 1968); “Dallo stato liberale al regime fascista” (Feltrinelli, 1973); “Stampa e sistema politico nell’Italia unita” (Le Monnier, 1986); “Mafia, politica e affari 1943-91” (Laterza, 1992); “La prima guerra mondiale e il fascismo” (Utet, 1995); “Un passato scomodo. Fascismo e post-fascismo” (Baldini Castoldi Dalai, 1996); “Storia degli editori italiani. Dall’Unità d’Italia agli anni Sessanta” (Laterza, 2000); “La sentenza Andreotti. Politica, mafia e giustizia nell’Italia contemporanea” (Garzanti, 2001); “La transizione italiana” (Garzanti, 2003); “La stampa del regime 1932-1943. Le veline del Minculpop per orientare l’informazione” (Bompiani, 2005); “Ma esiste il quarto potere in Italia? Stampa e potere politico nella storia dell’Italia unita” (Baldini Castoldi Dalai, 2005); “Un passato scomodo. Fascismo e postfascismo” (Laterza, 2006); “Vite sospese. Le generazioni del terrorismo (in collaborazione con Diego Novelli, Baldini Dalai Castoldi, 2007); “Il libro dei deportati. I deportati politici 1943-1945” (in collaborazione con Brunello Mantelli, Mursia, 2009); “Vita di Alberto Pirelli 1882-1971. La politica attraverso l’economia” (Einaudi, 2010); “Populismo. Un carattere originale nella storia d’Italia” (Castelvecchi, 2014); “Il fascismo e le guerre mondiali (1914-1945)” (Rusconi, 2019); “Storia politica della Corte Costituzionale” (Massari, 2020).
Tranfaglia ha collaborato spesso con Giuseppe Casarrubea per indagare l’intreccio tra mafia, neofascismo e servizi segreti statunitensi a cavallo del secondo dopoguerra. Lo storico ha avuto anche un’esperienza politica come deputato del Partito dei Comunisti Italiani tra il 2006 e il 2008. In seguito si era avvicinato all’Italia dei Valori, candidandosi alle elezioni europee del 2009 ma non venendo eletto. Come giornalista ha collaborato con “La Repubblica” e “L’Espresso”.
(di Paolo Martini)