(Adnkronos) –
Andrea De Carlo ha ricordato gli anni vissuti al fianco di Eleonora Giorgi. “Era una donna che sapeva affrontare le emergenze e ne aveva avute tante nella sua vita”, così lo scrittore, in collegamento con ‘La volta buona’ ha parlato dell’attrice morta ieri, lunedì 3 marzo, dopo una lunga malattia.
“Ha passato periodi molto difficili, fin dall’infanzia. Però è riuscita sempre a reagire, spesso a prevenire le situazioni più difficili che avrebbero spaventato molta altra gente”, ha detto Andrea De Carlo ricordando il coraggio con il quale Eleonora Giorgi ha affrontato la lunga battaglia contro il tumore al pancreas.
11 anni di amore e rispetto reciproco: “Il nostro amore era adolescenziale – spiega Andrea De Carlo – anche se non avevamo sedici anni. Vite complicate, avevamo figli piccoli entrambi e avevamo due caratteri molto diversi”.
E spiega: “Eleonora è cresciuta sotto l’occhio pubblico ed era la sua natura essere al centro dell’attenzione. Io, al contrario, sono stato sempre molto schivo, quindi per me non era facile avere quel tipo di esposizione. Ma questo era compensato da un’estrema intensità di scambio”
E su Eleonora Giorgi ha aggiunto: “Era una donna estremamente intelligente, con una visione del mondo lucida e ha avuto esperienze tali che le avevano consentito di conoscere il mondo da angolazioni diverse, da diva del cinema ma anche da moglie di un uomo potente, come lo era stato il suo primo marito (Angelo Rizzoli, ndr)”.
Andrea De Carlo questa mattina è intervenuto a ‘Storie Italiane’ su Rai 1 dove ha ripercorso il momento in cui ha incontrato per la prima volta la nota attrice: “Eravamo alla presentazione di un mio libro, sapevo poco di lei, ma avevo visto questa presenza molto intensa, particolare e attenta. Lei si era ritirata dalle scene, aveva fatto scelte radicali e difficili ma aveva questa disposizione a leggere il mondo e analizzarlo particolarmente originale in contrasto con la visione più superficiale di lei. È stata presente alla scrittura di alcuni miei romanzi, frequentava i libri e in uno l’ho rappresentata, lei ha ‘scoperto’ il titolo. Ci siamo incontrati in un momento in cui le nostre vite erano complicate, eravamo persone irrequiete che chiedevano molto l’una all’altra, non è stata una relazione semplice”.
“Sapeva essere molto generosa con gli altri, non li vedeva come rivali e non era reciproco questo atteggiamento”, ha poi continuato, “aveva sofferto nel vedere in altre persone uno spirito di competitività e gelosia. Aveva un senso di legame con le persone che facevano lo stesso lavoro, uno spirito molto vigile, vivo e attento, e delle verità tanto diverse, a volte contrastanti. Per certi versi era sola, per l’infanzia molto difficile e l’esposizione al pubblico da giovanissima. Era molto utilizzata come un oggetto, aveva vissuto questa cosa con disinvoltura ma era vulnerabile, sentivo questa natura dolente in lei, ma aveva anche un’autentica vocazione a fare da specchio a chi la guardava”.
“Ci sono rapporti che vanno al di là della durata di una storia d’amore e rimangono come presenze”, ha infine concluso, “Mi manca lo spirito che la animava e la sua capacità quasi incosciente ma molto cosciente di aprirsi al suo pubblico fino alla fine. Chi non la conosceva poteva pensare ad una mancanza di pudore, ma lei non l’aveva mai conosciuto nel rapporto con il suo pubblico”.
Un’immagine di lei? “Non la malattia, ma una mattina a cavallo, il suo ha fatto uno scatto e lei è volata come un proiettile. Pensavo si fosse rotta una gamba – racconta Andrea De Carlo – e invece l’ho vista rimbalzare con un gesto circense e in un attimo era in piedi. Questa immagine rappresenta la sua capacità di resistere alle difficoltà della vita, di rimbalzare con forza di volontà ed energia”.