Elezioni 2022, Pd ‘oltre il Jobs Act’: il piano contro il lavoro povero

(Adnkronos) – Uno stipendio in più a fine anno, salario minimo, abolizione degli stage extra curriculari, equo compenso, riforma del Reddito di cittadinanza. Sono alcuni dei punti del programma del Pd sul lavoro che va definitivamente ‘oltre il Jobs Act’ come – sottolinea lo stesso Pd – anticipato dal segretario Enrico Letta già lo scorso maggio. 

Il pacchetto di misure contro il lavoro povero e precario, sul modello spagnolo, nello specifico sono: uno stipendio in più a fine anno grazie alla riduzione delle tasse sul lavoro; legge contro i “contratti pirata” che riconosce il valore legale, valido per tutti, del salario economico stabilito dai contratti collettivi; salario minimo contrattuale contro il lavoro povero (soglia minima definita con parti sociali e in linea con la Direttiva UE: 9 € ora); reddito di Cittadinanza riformato anche con l’integrazione al reddito dei lavori poveri (in-work benefit); potenziamento del “Fondo nuove competenze” e del contratto di espansione. 

E ancora, rafforzamento dei centri per l’impiego; riforma dell’apprendistato; abolizione degli stage extra-curriculari (eccetto quelli che iniziano a 1 anno dalla conclusione degli studi, che devono essere comunque retribuiti e durare massimo 12 mesi); introduzione della causale all’inizio del rapporto di lavoro per il contratto a tempo determinato.  

Le proposte Pd prevedono anche il potenziamento dei controlli contro il lavoro nero e sommerso con l’estensione a tutti i settori del Documento Unico di Regolarità contributiva, già applicato in edilizia; piena applicazione della legge sul caporalato e per l’equa retribuzione di lavoratori e lavoratrici; estensione a tutti gli appalti pubblici della clausola di premialità per l’occupazione giovanile e femminile già inserita nel Pnrr.  

E ancora, legge per l’equo compenso in tutti i rapporti dove il committente non è persona fisica e che preveda la sanzione in capo esclusivamente al committente; anticipazione della proposta Ue sui lavoratori delle piattaforme online, con l’onere della prova sull’identificazione del tipo di rapporto di lavoro che si presume subordinato in capo alle piattaforme; promozione dello smart working: promozione di progetti di riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario; promozione della responsabilità sociale e di forme di democrazia economica nella governance delle grandi imprese.  

 

(Adnkronos)