(Adnkronos) – I biocarburanti e i carburanti rinnovabili sono al centro dell’attuale dibattito europeo sulla transizione energetica e in questo settore ricerca e imprese stanno lavorando da tempo per ottenere prodotti sempre più in linea con i limiti emissivi fissati dalla Ue e anche con le esigenze del mercato energetico, delle imprese e dei consumatori. Sono proprio questi i temi principali discussi in occasione dell’appuntamento dal titolo “Lo sviluppo bio e rinnovabili dei gas liquefatti: l’impegno della ricerca e delle imprese”, organizzato da Enea e Assogasliquidi-Federchimica, all’interno di Key Energy, prima edizione del nuovo format dedicato a tecnologia, soluzioni integrate e servizi in grado di guidare la transizione energetica verso un’economia carbon-neutral, hub di riferimento culturale, scientifico e tecnico per stakeholder, player e protagonisti del mondo dell’energia.
Gpl e Gnl hanno un ruolo di primo piano nel processo di trasformazione in atto in Italia per la sostituzione dei combustibili fossili con gli omologhi a impronta carbonica ridotta. L’impianto normativo comunitario già prevede le traiettorie per la graduale penetrazione di carburanti e combustibili bio e rinnovabili nei diversi settori energetici quali, ad esempio, edilizia, trasporti e industria. Sono in fase di test i nuovi prodotti che nascono dalla miscelazione tra i carburanti gassosi e quelli di origine bio (BioGPL, biometano e BioGNL) con quelli di origine rinnovabile come ad es il Dme e il metano sintetico. Queste varie componenti possono essere utilizzate in purezza o in miscela tra loro, con le analoghe soluzioni fossili.
“Tra i combustibili green, i prodotti bio e rinnovaibili, gli e-fuels, liquidi o gassosi, risultano particolarmente attrattivi, in un’ottica di chiusura del ciclo del carbonio, utilizzando materie prime biologiche, rifiuti urbani o industriali, idrogeno green per convertire la CO2 di scarto di altri processi”, sottolinea Giorgio Graditi, Direttore Generale di Enea: “Sarà così possibile ottenere combustibili idrocarburici rinnovabili e a bassa impronta di carbonio con caratteristiche analoghe a quelli di origine fossile, beneficiando di un mercato e di una rete infrastrutturale già disponibili”.
“Il settore del Gpl è fortemente impegnato nello sviluppo delle componenti bio e rinnovabili – ricorda Andrea Arzà Presidente di Assogasliquidi-Federchimica – e l’obiettivo dell’industria italiana è quello di arrivare al 2030 con l’immissione in consumo di una miscela formata per almeno il 40% da prodotto bio e rinnovabile (bioGPL e rDME) e per raggiungerlo saranno necessari investimenti privati pari a circa 4,9 miliardi di euro. Ma questo non è sufficiente se non sarà accompagnato da adeguati interventi regolatori di stimolo e di incentivazione da parte delle istituzioni”.
Lo stato dell’arte della tecnologia, produzione ed utilizzo, nonché il quadro regolatorio di riferimento, sono stati oggetto di discussione nell’ambito dell’appuntamento organizzato da Enea e Assogasliquidi-Federchimica.