Fabrizio Corona a Domenica In: “Morirò presto? Spero”

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“Morirò presto? Spero, spero, spero…”. Fabrizio Corona, ospite oggi 1 ottobre a Domenica In, risponde così alla domanda di Mara Venier, stupita dalla ‘routine’ dell’ex fotografo dei Vip: poche ore di sonno, caffè, decine di pillole, cocktail. Corona snocciola la giornata tipo, che in genere termina alle 4.30 del mattino. “Ho detto che sarei morto a 30 anni? E’ cambiata la generazione… Io non mi addormento prima delle 4.30, prendo decine di pillole, quando inizio a lavorare può succedere che passi tutta la giornata nel mio ufficio che non ha finestre… Ho riprodotto un carcere extralusso…”, racconta. “Da piccolo avevo una paura allucinante di morire, ora non ho nessuna paura. Spero solo di morire senza soffrire. Preferisco vivere così, correndo, senza rallentare. Meglio vivere velocemente, anche se meno a lungo”. 

“Sono sereno, molto contento, sto benissimo nonostante i problemi giudiziari, mai stato meglio”, dice descrivendo la sua vita dopo la conclusione delle vicende giudiziarie. “La libertà nella vita è la cosa più importante, io dico sempre – spiega l’ex fotografo dei vip in studio – che le tre cose peggiori che possono succedere sono la morte di un figlio, una grave malattia che non puoi curare e il carcere. Chi non ha fatto il carcere – continua – non può capire la sofferenza. Però io, che sono stato sempre uno particolare, sono riuscito a trovare la libertà anche in carcere e quindi sono un caso a parte. La detenzione è stata drammatica nello scontro con le istituzioni, nei processi. Ma poi ho avuto anche dei momenti di divertimento, serenità, dolcezza, lotta…”. 

“E’ stato un momento di vita vissuta molto, molto pienamente. In carcere difficilmente incontri persone buone, con cui legare. Fuori mia madre è stata male per me? Io non accetto più che nessuno nella mia vita dica ‘devi comportarti così’ o ‘devi fare questo’…”, dice rispondendo alle domande sui legami con la famiglia. “Quando prendi una condanna a 13 anni e 2 mesi e devi abbandonare la tua vita folle, o ti ammazzi o cominci un’altra vita. Io non ho mai pensato di farla finita. Sono stato male, ho usato questa situazione per dimostrare che la mia pena era ingiusta. Ho usato i media pilotandoli come del resto già avevano fatto contro di me. Sono riuscito a tenere la mia società fuori da tutto questo”, assicura. 

La carriera di Corona è legata a Lele Mora: “Sono grato di averlo incontrato. Ho ‘rubato’ informazioni, lavoro, esperienza, contatti. Oggi Lele Mora non rappresenta nulla. Quando lui ha avuto bisogno di una mano io non gliel’ho data. Io metto i paraocchi, vado avanti e non torno mai al passato. Lui sapeva che io avevo una marcia in più rispetto agli altri”, dice Corona. 

E Belen? “Stavo con lei 15 anni fa. Lei ha accettato i miei errori, mi ha lasciato di fronte a 13 anni di galera… Se non fossi andato in galera, non sarebbe mai nato Stefano De Martino, non sarebbe esistito. Sarebbe rimasta con me? Sì. Ma come faceva a rimanere con uno che doveva fare 13 anni di galera?… Io sono andato a Roma, lei mi ha detto ‘è finita’. Io sono stato malissimo un mese, poi ho iniziato a vivere al massimo perché sapevo che da lì a 7 mesi sarebbe arrivata la condanna della Cassazione… Non ho più visto Belen per 8 mesi, poi un giorno capitiamo sullo stesso volo. Lei si mette a piangere, siamo stati abbracciati per tutto il volo. Poi ci siamo salutati e non ci siamo più visti”. 

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