(Adnkronos) – ”Se qui c’è Fini e ci sono io, forse destra e sinistra esistono, altrimenti non ci saremmo, no?”. Ieri, all’hotel Quirinale di Roma, la Fondazione Tatarella ha organizzato un panel dal titolo ‘Destra e sinistra esistono ancora?’ nell’ambito della convention nazionale ‘L’Italia dei conservatori’. A confrontarsi sul tema c’è Luciano Violante, che ha rotto il ghiaccio con una battuta, chiamando l’applauso della platea formata soprattutto da giovani. Al suo fianco è seduto Gianfranco Fini. A moderare il dibattito il notista politico del Corsera, Francesco Verderami.
”Volevo fare una premessa, che si sia avversari e non nemici innanzitutto e poi che ci si rispetti, perché questo è un punto fondamentale della vita politica”, ha precisato l’ex presidente della Camera, per poi ricordare i tempi andati: ”C’erano scontri molto duri, anzi, c’era un doppio standard nel senso che nelle strade c’era la lotta politica mentre in Parlamento si doveva lavorare e si doveva lavorare rispettandosi. Ecco, io penso che questo rispetto reciproco, ovvero l’educazione politica, vada un po’ ripreso…”.
“Destra e sinistra ci sono e resteranno, l’importante è il rispetto”, ha avvertito Violante per poi aggiungere: ”Se ci rispetta è meglio, perché le cose funzionano meglio”. Dello stesso avviso anche Fini che ha voluto ringraziare la ”Fondazione Tatarella perché ho il piacere di incrociare le lame del dibattito con Violante, che fa parte della storia della sinistra e della politica italiana, un uomo che si è meritato il rispetto anche degli avversari e non è reciproca piaggeria”. Secondo l’ex leader di An, infatti, per fare politica ”bisogna avere innanzitutto il rispetto degli avversari, occorre rispettare le opinioni altrui”, altrimenti non si va da nessuna parte.
L’ex presidente della Camera fa partire il suo ragionamento da “una considerazione: la politica non può essere confusa con la propaganda, che è un momento dell’azione politica, un momento importante”, ma poi si deve avere “un progetto, un programma, una visione della società”. E “attraverso la propaganda e l’esempio”, ha spiegato, si deve cercare “di fare in modo che quel programma, quel progetto venga condiviso nel modo più largo possibile”. Da qui la stoccata a chi fa un eccessivo uso di propaganda: ”Chiedo scusa in anticipo se dico una cosa che può urtare la sensibilità di qualcuno, ma mi pare che in questa fase storica vi sia un deficit di politica e un surplus di propaganda per tante ragioni…”.
”Oggi – ha assicurato Fini – destra e sinistra esistono ancora, ma non sono più due categorie monolitiche. Hanno fisionomie che per fortuna riconoscono alcuni valori comuni. Io, infatti, le declinerei sempre al plurale, perché nella fase dell’ideologia c’era il dovere dell’ortodossia, ma nella fase attuale, post ideologica, all’interno del grande contenitore della destra e della sinistra ci sono differenze e scontri a volte più aspri di quelli che vi sono tra destra e sinistra. Basta guardare, ad esempio -ha evidenziato l’ex leader di An – quello che accade in Francia e in Germania…”. L’editorialista del Corsera Verderami non ha dubbi: ”Destra e sinistra è anche un modo di essere liberi e credo che questo sia uno dei valori più importanti in un dibattito democratico”.
Soddisfatto del confronto (registrato da Radio Radicale) Fabrizio Tatarella, vicepresidente della Fondazione omonima, che aveva presentato così i due ospiti: ”Considero Fini e Violante due grandi protagonisti della politica italiana, due presidenti fondamentali nella storia della pacificazione nazionale del nostro Paese”. La “dicotomia destra-sinistra esiste da tanti anni, ma certamente è il criterio più usato dai tempi della Rivoluzione francese ad oggi”, ha spiegato il numero due della Fondazione citando l’insegnamento del ministro dell’Armonia, soprannome dato al leader missino Pinuccio Tatarella, per la sua capacità di tenere insieme gli estremi: ”Pinuccio Tatarella diceva che destra e sinistra rappresentano aree culturali e valori alternativi, mentre il centro era una zattera che andava dalla riva destra a quella sinistra…”.