(Adnkronos) – “Le recenti nomine rispondono ad esigenze di rinnovamento ed efficientamento del partito, in vista delle prossime elezioni europee. Come giustamente rilevato dal nostro presidente Berlusconi è un partito che ha sempre avversato qualsiasi forma di immobilismo, fattore nocivo in politica. Pertanto, le nomine rafforzano il partito, conferendo allo stesso nuova linfa”. Non ha dubbi Tullio Ferrante, deputato azzurro e sottosegretario ai Trasporti, sulla bontà della cosiddetta rivoluzione azzurra avviata da Silvio Berlusconi giusto 48 ore fa che ha cambiato la geografia politica interna di Forza Italia, sancendo di fatto la rivincita dell’ala governista vicina ad Antonio Tajani con il ‘ritorno’ di Paolo Barelli alla guida dei deputati e l’arrivo dei cosiddetti Fascina boys.
Classe ’89, da San Giorgio a Cremano, Ferrante è considerato uno dei fedelissimi di Marta Fascina (a lei è legato da un rapporto di amicizia consolidato ai tempi della scuola) ma non vuol sentir parlare di una nuova corrente che fa capo proprio alla ‘quasi moglie’ dell’ex premier: ” In Forza Italia non esistono correnti o fazioni. Al netto di qualche voce in dissenso -naturale in un grande partito liberale – su singoli temi dell’agenda politica, tutti si riconoscono in una leadership unitaria, forte, saggia e lungimirante, quella di Berlusconi, che ascolta tutti ma poi, come noto, detta la propria linea politica ed organizzativa”.
Qualcuno dice che ora Fi sia diventata ‘meloniana’… “Ricostruzioni fantasiose”, taglia corto Ferrante che chiarisce: ”Fi è autenticamente e visceralmente berlusconiana”. Secondo gli ultimi boatos si attendono nuovi cambiamenti (dai coordinatori regionali al puzzle dei Dipartimenti) ci saranno a breve altre novità nel partito? “E’ un dato di fatto -replica il sottosegretario forzista- che nell’organigramma del nostro movimento compaiano profili che da tempo non svolgono più attività politica o che si sono allontanati da Fi”. In “questo senso”, sottolinea, ”è certamente auspicabile un rinnovamento generalizzato in vista di un maggiore radicamento, apertura ed attrattività”. Per Ferrante un cambio di rotta era nelle cose: ”la sfida del governo nazionale, di cui siamo componente costitutiva e leale, e i prossimi appuntamenti elettorali, richiedono un partito sempre più forte, radicato, ambizioso”.