In Francia arriva il sì alla procreazione assistita per donne single e coppie lesbiche. Dopo anni di dibattito infuocato e un lungo processo legislativo, la legge sulla “Procreazione medicalmente assistita (Pma) per tutte” è stata approvata dall’Assemblea nazionale con 326 voti favorevoli, 115 contrari e 42 astensioni. Promessa dall’allora presidente socialista Francois Hollande, vede ora la luce sotto la presidenza di Emmanuel Macron “dopo nove anni di gestazione e un parto nel dolore”, commenta l’associazione Inter-Lgbt, citata dai media francesi. La nuova legge contiene anche un’altra novità, la possibilità per i figli maggiori di diciotto anni di conoscere l’identità di chi ha donato lo sperma o gli ovociti. In questo caso non verrà comunque legalmente riconosciuto nessun legame di filiazione con il donatore.
Fino ad oggi limitate alle coppie eterosessuali con problemi di fertilità, anche solo conviventi, le Pma sono ormai una realtà importante in Francia: nel 2018, riporta Le Monde, rappresentavano il 3,4% delle nascite. La nuova legge apre questa possibilità a tutte le donne, ma mantiene una serie di paletti, come l’età massima di 43 anni e un percorso che passa attraverso diversi colloqui con i medici e un periodo di riflessione di uno o due mesi a seconda delle tecniche da adottare. Finora le donne single o le coppie lesbiche andavano in Belgio o in Spagna per la Pma, un percorso scelto da almeno 2400 persone l’anno, secondo un’inchiesta pubblicata nel 2020 dal quotidiano cattolico la Croix. Ora sarà possibile farlo in Francia in seno alla sanità pubblica.
Per quanto riguarda le coppie lesbiche, sarà necessaria una dichiarazione delle due donne davanti al notaio durante le gravidanza perché entrambe vengano riconosciute come ‘mamme’ del nascituro. Attualmente, dopo l’adozione del ‘matrimonio per tutti’ nel 2013, la compagna della donna che ha partorito può far richiesta di adozione del bambino. Ma si tratta di un percorso giuridico lungo che non sempre arriva a buon fine.