(Adnkronos) –
Il G20 “darà l’idea del potenziale dell’India”. Il premier Narendra Modi lo ha ripetuto più volte in questi mesi, ora l’occasione è arrivata: sabato 9 e domenica 10 settembre si tiene a Nuova Delhi il vertice dei leader del Gruppo delle 20 economie più forti al mondo, che dovrebbe segnare la consacrazione di un anno in cui l’India ha superato la Cina per popolazione e per la crescita della sua economia. Consacrazione a cui il presidente cinese Xi Jinping non voleva probabilmente assistere: è il grande assente del vertice insieme al presidente russo Vladimir Putin, rimasto a casa per evitare imbarazzi e messe sotto processo, lui che è già stato raggiunto da un mandato di arresto internazionale.
In una Nuova Delhi blindata e irriconoscibile, tirata a lucido, senza traffico e gente per strada, con le baraccopoli demolite e ritratti di Modi ogni dieci metri, è arrivata Giorgia Meloni, che al G20 interverrà due volte, sabato mattina e poi domenica mattina. “L’Italia ha tutto l’interesse al successo del vertice, è nostro interesse dal punto di vista bilaterale, multilaterale e come prossima presidente del G7”, sottolineano fonti diplomatiche.
In effetti, a poche ore dall’inizio dei lavori, la dichiarazione conclusiva è “quasi pronta”, fa sapere lo sherpa indiano del G20, Amitabh Kant, “lavoriamo per arrivare a un consenso”. C’è accordo su tutti i punti, l’unica divergenza riguarda l’Ucraina, l’obiettivo è di chiudere su un testo che riprenda la dichiarazione di Bali dello scorso anno, quanto tutti i 20 Paesi del gruppo concordarono sulla condanna dell’aggressione russa, fanno eco le fonti italiane.
Intanto, mentre gli sherpa sono al lavoro per limare i testi, venerdì è stato la giornata dei primi bilaterali: Modi ha incontrato il presidente americano Joe Biden, Meloni ha visto il britannico Rishi Sunak, con cui si è detta tra l’altro “pronta a intensificare la cooperazione bilaterale sul tema delle migrazioni”.
Per sabato già confermati gli incontri con Modi, il premier cinese Li Qiang ed il sudcoreano Yoon Suk Yeol. Con quest’ultimo si parlerà della produzione di chip in Europa, mentre con Li “si continuerà il dialogo iniziato l’anno scorso al G20 di Bali con il presidente Xi Jinping e continuato con la visita nei giorni scorsi a Pechino del ministro degli Esteri Antonio Tajani”, dicono fonti diplomatiche italiane.
“C’è vita oltre la via della Seta”, assicurano, parlando del possibile ritiro dell’Italia dal memorandum, su cui comunque deciderà il Parlamento, e sottolineando la volontà di rafforzare il partenariato strategico con la Cina. Nessun incontro invece, dopo le polemiche dei giorni scorsi, tra la premier e il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni, “non ce ne è bisogno”, fanno sapere.
Meloni interverrà al vertice una prima volta sabato alla sessione “One earth” su clima, energia, ambiente e sviluppo sostenibile. E poi domenica mattina, alla sessione “One future”, su transizione digitale, riforma delle istituzioni multilaterali e intelligenza artificiale. Nel mezzo – la sessione “One family” – ci saranno le discussioni sulla riforma delle istituzioni finanziare internazionali e su come utilizzare meglio i fondi delle banche di sviluppo, temi che si intrecciano a quella che è fra le principali priorità della politica estera italiana, l’Africa. E il G20 sarà l’occasione per rivedere a Nuova Delhi alcuni dei Paesi invitati alla conferenza sulle migrazioni a Roma a fine luglio.
Non solo: a margine del vertice si terrà anche una riunione tra i Paesi europei del gruppo ed alcuni Paesi africani invitati al summit, con la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen che, grazie all’input dell’Italia, si sottolinea, “si è fatta capofila a Bruxelles del focus della politica estera europea sull’Africa”. Tanto che la metà dei fondi del Global Gateway, il progetto di infrastrutture europeo considerato alternativo alla via della Seta, è stato destinato al continente. Una forma di ‘soft power’ contro la Cina, mentre gli Stati Uniti l’hanno invitata “non fare il guastatore” del vertice.
“L’Occidente deve tornare a competere in Africa”, si ripete a Nuova Delhi, dove si darà il via libera all’ingresso dell’Unione africana nel G20, mentre si firmerà un accordo tra Stati Uniti, Ue, India e alcuni Paesi del Golfo per lo sviluppo di infrastrutture ferroviarie tra Europa e Asia e viceversa. Tutto questo conferma l’attenzione verso il cosiddetto sud globale del mondo, di cui l’India vuole essere la voce all’interno del G20, passando poi il testimone il prossimo anno al Brasile e poi nel 2025 al Sudafrica. (dall’inviata Maria Grazia Napolitano)