(Adnkronos) –
“Deve esserci un immediato cessate il fuoco, visto l’altissimo livello di sofferenza a Gaza”. E’ la posizione di Kamala Harris, vicepresidente degli Stati Uniti, in un comizio a Selma, in Alabama. “Hamas dice di volere un cessate il fuoco. Bene, c’è un accordo sul tavolo. Come abbiamo detto, Hamas deve dire sì all’intesa” con Israele. “Arriviamo ad un cessate il fuoco, riportiamo gli ostaggi dalle loro famiglie e garantiamo immediato sollievo alla popolazione di Gaza”, dice la numero 2 dell’amministrazione. “Il governo israeliano deve incrementare in maniera significativa il flusso di aiuti. Non ci sono scuse”, aggiunge.
Harris, nella giornata di lunedì, dovrebbe incontrare Benny Gantz, ministro del Gabinetto di guerra israeliano. I due interlocutori dovrebbero discutere in particolare dell’accordo che potrebbe garantire un cessate il fuoco di 6 settimane nella Striscia di Gaza e consentire il ritorno a casa degli ostaggi rapiti il 7 ottobre.
Gantz è a rrivato a Washington per una visita cruciale, senza l’l’autorizzazione del primo ministro Benjamin Netanyahu: un chiaro segnale di divergenze ai vertici dell’esecutivo. Il ministro incontrerà martedì il segretario di Stato americano Antony Blinken e nel corso della sua missione vedrà anche il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, nonché membri repubblicani e democratici del Congresso degli Stati Uniti.
Un accordo per il rilascio degli ostaggi potrebbe essere concluso entro 24 ore e se Israele accetterà le richieste di Hamas, come hanno fatto filtrare fonti legate all’organizzazione. In realtà, la mancata consegna della lista degli ostaggi ancora in vita e l’indicazione del numero di detenuti palestinesi che dovrebbero essere rilasciati, come ha chiesto più volte Tel Aviv, ha determinato un nuovo stop nel dialogo: Israele non ha mandato una delegazione al Cairo per un round di colloqui sulla tregua, come ha fatto sapere un funzionario israeliano.
Hamas non è disposto a rilasciare nessuna informazione sugli ostaggi fino a che non entrerà in vigore “un cessate il fuoco completo e non sarà alleviata in modo significativo la sofferenza degli abitanti di Gaza”, ha reso noto dal canto suo inoltre una fonte dell’organizzazione a media del Qatar. Dopo la delegazione di Hamas, al Cairo sono arrivate delegazioni di Qatar e Stati Uniti.
Almeno 15 bambini sono morti di disidratazione e malnutrizione nel nord della Striscia di Gaza, ha denunciato il ministero della Sanità della regione. I medici dell’ospedale Kamal Adwan temono anche per la vita di altri sei bambini, in gravi condizioni a causa di malnutrizione e diarrea, ricoverati in un reparto di terapia intensiva, dopo la cessazione delle forniture di energia elettrica e ossigeno. La situazione si è aggravata la scorsa settimana, quando le incubatrici dell’ospedale hanno smesso di operare di notte.
Intanto, le forze di difesa israeliane (Idf) ribadiscono che “la maggioranza dei palestinesi sono morti o rimasti feriti a causa della calca” nel drammatico episodio di giovedì scorso a Gaza City, dice il portavoce delle Idf, Daniel Hagari. L’esercito ha completato un’indagine preliminare sulla strage durante la consegna di aiuti umanitari, costata la vota a oltre 100 persone. “In seguito ai colpi di avvertimento sparati per disperdere la folla e dopo che le nostre forze hanno cominciato a ritirarsi – ricostruisce Hagari – alcuni saccheggiatori si sono avvicinati ai nostri soldati e hanno rappresentato una minaccia immediata per loro. Secondo una valutazione iniziale, i soldati hanno risposto verso questi individui”.