(Adnkronos) – Non è la prima volta che l’immagine di un personaggio famoso viene usata per truffe online o per promuovere fasulli piani di investimento. A guardare le pubblicità-spam sui social network Fabio Fazio, Alessia Marcuzzi, Francesca Fagnani e Paola Cortellesi nei mesi scorsi sono stati denunciati dalla Banca d’Italia, cacciati dalla tv “per le frasi che hanno pronunciato”, oppure non sapevano di avere il microfono aperto mentre facevano rivelazioni-bomba sul sistema finanziario internazionale. Naturalmente è tutto falso e i fotomontaggi con i vip esistono da vari anni, sebbene nell’ultimo periodo siano diventati ancora più pervasivi.
La novità delle ultime settimane sono però alcuni deepfake, cioè video in cui si prende il corpo e la voce di qualcuno per fargli dire e fare quello che si vuole, con un livello di cura e precisione impressionanti. Oggi sui reel di Facebook è apparsa Giorgia Meloni, con la sua voce e con un labiale “credibile”, che invita gli utenti a investire 250 euro per ricevere rendimenti da decine di migliaia di euro senza fare nulla, “assicurando la sicurezza e l’efficacia di ogni vostro passo” (GUARDA IL VIDEO). Un video, visionato dall’AdnKronos, di oltre un minuto e mezzo, prodotto e montato in modo professionale, in cui appaiono anche le app di mobile banking delle principali banche italiane (tra cui Unicredit, Ubi Banca, Banco Bpm) che non saranno sicuramente felici di vedere i loro loghi usati per “certificare” una truffa sul web.
Mentre fino a pochi mesi fa questi filmati erano accompagnati da voci robotiche e grafiche poco credibili, il deepfake con le sembianze, il tono di voce e persino l’inflessione romanesca della presidente del Consiglio assume tutta un’altra rilevanza. Promosso da una pagina Facebook dal nome rassicurante, “Ricerca scientifica” e con un messaggio in sovraimpressione pensato per convincere potenziali investitori (“la notizia ha indignato gli uomini d’affari e semplificato la vita ai cittadini comuni”), il video ha il potenziale di far cadere in inganno più di un utente. Aprendo la strada, ovviamente, a un uso “politico” dei deepfake che ha già fatto capolino nella campagna per le presidenziali americane e che potrebbe inquinare il voto delle elezioni europee che si terranno l’8 e 9 giugno.