(Adnkronos) – “Mi è crollato il mondo addosso: già avevo capito tutto, volevo sbagliarmi, avere di nuovo la speranza, ma lo sapevo”. Così a ‘Storie italiane’ su Rai1, Elena Cecchettin, sorella di Giulia, sottolineando che era a Vienna quando il papà e il fratello le hanno scritto un messaggio per chiederle se sapeva dove era Giulia perché era uscita con Filippo e non era rientrata. “Sapevo fin dal primo momento quale era la verità”, dice la ragazza, secondo la quale “le avvisaglie non sono sempre chiare”. “Ci sono campanelli di allarme che ci dicono: ‘allontanati’ – spiega – Purtroppo bisogna guardare oltre e cercare la cattiveria in queste cose anche se non è giusto”.
Elena ha raccontato poi “un episodio allarmante” che aveva allarmato anche la sorella ed era poi stato “il motivo per cui Giulia aveva rotto con lui (Filippo Turetta ndr) la prima volta”. Fu quello, afferma, in cui lui gli disse: “‘Dovresti fermarti con gli esami e aiutare me perché non possiamo non laurearci insieme'”.
In un altra occasione, “io e Giulia siamo andate insieme a un concerto a Milano. Era l’11 febbraio, lei probabilmente aveva detto qualcosa a lui del tipo ‘ti aggiorno su quello che faccio’, ma lui l’aveva presa troppo letteralmente, l’aveva obbligata a scriverle ogni due secondi quello che stavamo facendo. Io dissi a Giulia che però non poteva stare tutta la giornata sul telefono e lei glielo ha detto e lui ha iniziato a fare scenate del tipo ‘me lo hai promesso, mi stai tradendo, questo è abbandono'”. “Io ho preso, con il suo consenso, il telefono di Giulia in maniera tale che non sentisse la pressione di rispondere ogni volta che lo sentiva vibrare. Lui ha iniziato a scrivere a me, io l’ho bloccato perché su di me non facevano breccia i suoi ricatti – conclude – Ma è stata una cosa che mi ha lasciato molto interdetta”.
Infine un appello a tutti i genitori ad “educate i vostri figli all’affettività e alla sessualità senza aver paura di affrontare certi temi. Insegnate ai vostri figli a essere fragili, che amare non vuol dire possedere, che un ‘no’ può essere motivo di crescita”. “L’educazione non è solo quella impartita in famiglia, arriva da tanti punti, ma c’è una responsabilità genitoriale”, continua Giulia invitando i genitori dei ragazzi a “prevenire” e aggiungendo di non avere “paura di parlare di psicoterapia”.