(Adnkronos) – “Io non riesco ad essere felice, il conferimento di laurea che avevo in mente fino a poche settimane fa aveva come protagonista una ragazza stupenda che non vedeva l’ora di indossare la sua meritata corona d’alloro”. Lo afferma Gino Cecchettin, papà di Giulia uccisa a coltellate dall’ex fidanzato, nel giorno in cui l’Università di Padova conferisce all’ex studentessa la laurea alla memoria in Ingegneria biomedica.
“Non vi nascondo che mi sono chiesto più volte se avesse senso questa cerimonia, ho pensato a ripensato a cosa potesse servire” dice il padre che ringrazia la ministra Bernini e i vertici dell’Ateneo per una cerimonia “speciale e significativa”, aggiunge. “Poi come sempre la risposta mi viene quando penso alla mia amata Giulia: onorare nel migliore dei modi la conclusione del sua percorso accademico penso sia un atto d’amore nei suo confronti”.
“Cara Giulia, mentre ti parlo di immagino di fronte a me, con il tuo sorriso leggero anche se lontana, troppo lontana. Mai avrei pensato di trovarmi qui con cuore trafitto a piangere la tua assenza in una cerimonia in tuo onore”. “Non sai quante volte – dice nel suo intervento – ti ho immaginato sorridente solo come tu sapevi essere e gioire con noi per questo momento a cui tenevi tanto. Non hai potuto assaporare di persona la felicità per il meritato traguardo e penso che sia un atto di riconoscenza dovuto per quanto hai dato alla nostra famiglia, per quanto hai fatto per gli altri durante la tua esistenza per quanto ancora stai facendo per tutti” aggiunge con la voce rotta dall’emozione.
“Sei stato un esempio emblematico di generosità, la tua determinazione incrollabile mi ha insegnato a perseguire i miei obiettivi con una tenacia che non mi era propria. La scelta della facoltà di ingegneria, benché felice, mi aveva lasciato perplesso. Volevi fare lettere, ma hai preferito una scelta che ti dava più opportunità di lavoro e l’hai seguita fino in fondo con il massimo impegno”. Giulia era una persona “speciale. Hai provocato uno squarcio nelle nostre coscienze e nella mia per primo. Ero fiducioso che avresti fatto grandi cose ma non mi rendevo conto di che gigante tu fossi” sottolinea papà Gino. “Farò il possibile perché il tuo nome e il tuo esempio di vita possa spingere le persone a riflettere sull’importanza dell’empatia e della solidarietà che tu nella tua semplicità hai incarnato in modo esemplare. Inutile dire che non c’è giorno in cui non sentiamo la tua mancanza. Mi manchi, ci manchi più dell’ossigeno, grazie per aver condiviso con noi il tuo calore e la tua umanità. Sarai per sempre nel mio cuore e di chi ti ha amato e conosciuto”.
“Riuscivi sempre a trovare la via quando le strade della mia vita si incrociavano e si confondevano, mi chiedevo come tu fossi sempre lucida e comprensiva. Hai fatto tante belle cose per te stessa e per noi, ma non dobbiamo mai dimenticare quante cose avresti potuto fare se non ti fosse stata tolta la possibilità di farlo. Non dobbiamo dimenticarcene perché a nessuna altra donna venga tolta la possibilità di farlo” ha detto Elena, la sorella di Giulia, che non ha trattenuto la commozione nel ricordare il “piccolo genietto” della sorella, che è riuscita “a essere una brava studentessa in Ingegneria, una facoltà che sapevo non essere la più affine a te, al tua animo romantico, eppure ce l’hai fatta e alla grande”.
“Oggi proviamo a festeggiare la laurea alla nostra studentessa, la nostra dottoressa: posso affermare che Giulia sapeva lasciare un segno nelle persone che incontrava, Giulia era un primo violino, ossia un punto di riferimento per noi che facciamo lezione”. Inizia così l’intervento della rettrice di Padova Daniela Mapelli nel giorno della consegna della laurea alla memoria della studentessa di Ingegneria biomedica uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta. “Giulia era figlia, una sorella, un’amica preziosa, una ragazza dolce ma decisa nel raggiungere i propri obiettivi. Giulia aveva già chiaro le cose che contano: ha saputo affrontare le difficoltà che la vita ti mette di fronte, ha sostenuto 11 esami dopo la morte della mamma, aveva scritto una tesi brillante, era pronta a questo giorno, uno di quelli che si ricordano” aggiunge. La 22enne invece è stata vittima di una violenza che fa ancora più paura perché non sappiamo decifrarla” perché nasce in “un contesto di ‘normalità’ una violenza che richiede una risposta corale” conclude la rettrice.
Quella a Giulia Cecchettin, uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta, è “una laurea meritatissima, dovuta, è un atto dovuto” sostiene la ministra dell’Università e della ricerca Anna Maria Bernini che partecipa, all’università di Padova, alla consegna della laurea alla memoria. “Oltre a portare l’abbraccio di tutto il governo”, la ministra sottolinea che “questi sono temi che non hanno un colore politico sono temi che ci uniscono tutti. Ognuno di noi deve fare qualcosa: non esiste l’indifferenza, è un insulto a Giulia”, aggiunge. “Non parliamo al passato di Giulia, è bella l’idea di dedicarle un’aula e dei premi perché in ogni successo ci sia un po’ di lei. Il femminicidio non è una questione di donne e ognuno deve impegnarsi a vedere meglio, assumendosi la responsabilità di intervenire”.