Gli italiani e il meteo, una relazione esclusiva (o quasi)

Il meteo è una condizione materiale e dello spirito, tocca la vita di tutti e ciascuno ha una relazione personale con le previsioni. Riguarda la storia, le abitudini, gli affetti vicini e lontani, ma anche lo svolgimento di professioni all’aperto, la possibilità di partire per una vacanza o ancora di più per un fine settimana, quando la pioggia o l’eccessivo caldo potrebbero non permettere di scoprire gli angoli e le bellezze delle città che si visitano o di fare una passeggiata immersi nella natura. 

Le informazioni sulle condizioni climatiche sono pervasive, sia perché sono disponibili ovunque (App, siti specializzati, televisione, radio, giornali e Internet) sia perché sono considerate essenziali e utili per ciascuno di noi. Non stupisce quindi che il 95% degli italiani, adulti di tutte le età, sia solito consultare le previsioni meteo, soprattutto in questi anni in cui il cambiamento climatico ha portato nella nostra quotidianità fenomeni talvolta estremi. 

Per conoscere il rapporto degli italiani con il meteo il sito e l’App specializzata 3Bmeteo ha commissionato all’istituto di ricerca Eumetra una ricerca con gli obiettivi di indagare le esigenze, individuare come i connazionali interagiscono con il meteo e scoprire l’utilizzo che ciascuno fa delle previsioni e delle informazioni collegate.  

Da “Importanza tout court di conoscerle (con il 60% del campione completamente e abbastanza d’accordo)” a “argomento di conversazione (59%)”, passando per “elemento che condiziona l’umore (58%)”, fino a elemento rilevante perché “la giornata si svolge all’aperto (28%)” sono queste le frasi che connotano maggiormente il rapporto con il meteo e che fanno scaturire i gruppi di Appassionati, Meteoropatici, Funzionali e Disinteressati, ciascuno dei quali racchiude profili e caratteristiche specifici. 

Sono un terzo della popolazione con il 36%, sono gli appassionati, per i quali la previsione metereologica è molto importante, passano più tempo all’aperto e ne risentono anche dal punto di vista dell’umore e del comportamento quotidiano.  

Dichiarano di non poter fare a meno di guardare le previsioni meteo: le consultano da quando aprono gli occhi al mattino fino a poco prima di uscire. Nell’ultimo anno hanno fatto più attenzione al meteo e prevedono che, man mano che la situazione pandemica si normalizzerà, diventerà un elemento ancora più importante guardando alla possibilità di viaggiare di più e anche uscire per fare più acquisti. Da un punto di vista sociodemografico, rispetto alla media della popolazione, hanno una maggior concentrazione di under 45enni, sono residenti al Sud e in Sicilia. 

Il 17% del campione è rappresentato dai meteoropatici, persone il cui umore è condizionato dalle previsioni, per i quali il meteo è un argomento di conversazione, tuttavia ritengono la condizione atmosferica meno importante, perché la loro giornata si svolge principalmente al coperto. Non di meno consultano il meteo quando devono praticare uno sport all’aperto o se si apprestano a partire per le vacanze o per un weekend. Nell’ultimo anno hanno considerato poco le previsioni ma, la “riduzione” delle misure anti pandemiche come i lockdown, ne aumenta la rilevanza di conoscerle in anticipo. In questo cluster si concentrano le donne, i 25-34enni, i residenti nel Nord Ovest, le persone che vivono nei grandi centri abitati e i laureati. 

I funzionali (pari al 16% della popolazione) considerano le previsioni molto importanti: hanno un comportamento regolare e guardano abitualmente le previsioni anche se non ne sono ossessionati, soprattutto perché passano una parte rilevante del loro tempo all’aperto. Il meteo non è uno dei loro principali argomenti di conversazione e non ne condiziona l’umore. Il loro rapporto con il tempo è rimasto il medesimo anche in tempo di pandemia e, tendenzialmente, non cambierà in futuro. In questo gruppo ci sono soprattutto uomini, residenti al Sud e in Sicilia, nei piccoli centri abitati e sono più della media del resto della popolazione operai. 

Il restante 31% degli italiani è meno interessato al meteo, lo consulta in maniera “distratta”, non fissa, quando si avvicinano delle perturbazioni o deve partire per le ferie. Proprio perché non è rilevante nel vivere quotidiano, il loro umore risente poco delle condizioni esterne, in funzione del fatto che passano poco tempo all’aperto. Il Covid non ha sostanzialmente modificato abitudini e comportamenti di queste persone che non lo cambieranno nemmeno nel prossimo futuro. Rispetto alla media della popolazione sono over 45enni e residenti nell’area del Nord-Est. 

Il restante 31% degli italiani è meno interessato al meteo, lo consulta in maniera “distratta”, non fissa, quando si avvicinano delle perturbazioni o deve partire per le ferie. Proprio perché non è rilevante nel vivere quotidiano, il loro umore risente poco delle condizioni esterne, in funzione del fatto che passano poco tempo all’aperto. Il Covid non ha sostanzialmente modificato abitudini e comportamenti di queste persone che non lo cambieranno nemmeno nel prossimo futuro. Rispetto alla media della popolazione sono over 45enni e residenti nell’area del Nord-Est. 

La relazione con temperature e condizioni meteo comunali, regionali o nazionali varia a seconda dei cluster: i meteoropatici sono interessati soprattutto al territorio specifico in cui si trovano o devono raggiungere e consultano solo la loro posizione specifica, guardando soprattutto la previsione oraria esatta. Un comportamento molto simile ai funzionali che, proprio perché si tratta di un’informazione relativa alla loro attività professionale, sono legati soprattutto al comune o alla posizione in cui si trovano. 

Gli appassionati, invece, sono interessati al tempo che farà in relazione alle macro aree regionali, dimostrano curiosità verso il meteo di altri territori, anche perché risiedono soprattutto al Sud e, spesso, hanno parenti che vivono in altre località. I disinteressati non vanno oltre i classici indicatori: condizioni generali, precipitazioni e temperature. 

Non può che essere un binomio fondamentale quello degli sport che si praticano all’aperto e conoscere se nella pedalata o durante la corsa mattutina ci sia il rischio di incontrare la pioggia o una diminuzione repentina della temperatura è fondamentale; soprattutto in relazione a una riprogrammazione della propria agenda o della preparazione, poiché l’evoluzione delle temperature potrebbe richiedere un tipo di abbigliamento o attrezzature specifiche. Ecco allora che chi fa motociclismo (52%), vela o nautica (42%), è un ciclista (41%), tennista (39%), scia o pratica sport invernali (39%), fa jogging o atletica leggera (35%) “non può fare a meno di guardare le previsioni del meteo”, prima di dedicarsi all’attività desiderata per saper fronteggiare qualsiasi situazione. 

Se un tempo le previsioni erano appannaggio soprattutto di televisione e radio; oggi, che i canali informativi si sono moltiplicati, gli italiani ricercano le informazioni più che aspettarle/subirle. Infatti, l’abitudine di guardare e consultare le previsioni meteo avviene “sempre più spesso” attraverso applicazioni (nel 69% dei casi), siti e portali specializzati (56%), televisione (42%), interfacce vocali (19%), radio (16%), quotidiani online (15%) e cartacei (9%).  

La “precisione nelle previsioni”, la “completezza delle informazioni”, la “facilità di consultazione”, la “frequenza di aggiornamento”, la “affidabilità” e la “serietà e la completezza” sono i criteri che gli italiani utilizzano per scegliere una fonte di previsioni meteo piuttosto che un’altra. È un’analisi molto rilevante per gli specialisti delle previsioni come 3Bmeteo, perché il pubblico che cerca informazioni deve poter contare su una qualità delle previsioni basate solo ed esclusivamente su criteri scientifici, perché la precisione del “tempo che farà” è funzionale all’utilizzo stesso che una persona fa delle informazioni sul meteo a sua disposizione. 

“Gli italiani sono interessati soprattutto alle precipitazioni (pioggia, grandine, neve…), ma vogliono conoscere anche le condizioni generali in relazione a sereno o nuvoloso, sono attenti alle temperature e, sempre più, alle allerte meteo”, illustra Paolo Corazzon, Meteorologo e divulgatore scientifico di 3Bmeteo. “Venti, umidità, presenza di pollini e qualità dell’aria sono considerate informazioni più di nicchia o per veri fan della materia. Tutti però concordano che il meteo sia una scienza e, di conseguenza, la capacità di predire in maniera puntuale le condizioni fa sì che gli utenti preferiscano consultare un sito o un’app piuttosto che un’altra. Non di meno i cambiamenti climatici sottopongono l’interesse verso il meteo a una grande evoluzione: di conseguenza la qualità e l’accuratezza delle informazioni deve essere sempre più al centro delle previsioni meteorologiche; in un periodo in cui i fenomeni atmosferici si vanno sempre più estremizzando il mix di tecnologie, conoscenze e ricerca deve essere al centro della vita di tutti i meteorologici a discapito di titoli sensazionalistici”. 

 

 

 

(Adnkronos)