Green pass obbligatorio sul lavoro, il 15 ottobre scatterà la deadline con i lavoratori che dovranno necessariamente mostrare il certificato verde per recarsi in ufficio o in fabbrica. Mentre il premier Mario Draghi è in procinto di firmare le linee guida per il rientro, c’è chi pensa già a quando potrà esserci una revisione delle regole.
Per prepararsi alla data del 15 ottobre – che dopo gli scontri di sabato a Roma e l’assalto alla sede nazionale della Cgil ha assunto un valore ormai anche simbolico – il premier Mario Draghi, a quanto apprende l’Adnkronos, sta per firmare le linee guida messe a punto dal ministero della Pubblica amministrazione per il rientro degli statali e un Dpcm ad hoc. Obiettivo dettagliare il rientro al lavoro con passaporto vaccinale, entrando nel merito dei controlli che mai come ora non possono essere lasciati al caso. Al Dpcm, in particolare, il compito di tracciare il percorso dei software e delle applicazioni necessari per la verifica del green pass ai tornelli. Il provvedimento sarebbe stato messo a punto con il supporto dei tecnici della Sogei.
Possibili novità sul Green pass potrebbero arrivare solo con il nuovo anno. “E’ ragionevole pensare che con l’anno nuovo ci potrà essere una revisione delle misure restrittive in atto nel nostro Paese” legate alla pandemia da Covid-19 “compreso il Green pass che potrà essere rivisto e ridotto nella sua applicazione”, ha affermato il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, ospite di ‘Parliamone’ su Rainews 24. “L’appuntamento” per valutare la riduzione delle misure restrittive, “e tra queste anche il Green pass”, ha spiegato il sottosegretario “sarà a fine anno. Perché a quel punto vedremo veramente l’impatto del ritorno alla normalità. Nel nostro Paese abbiamo aperto tutto, siamo quasi al 100% in tutti i settori. Quindi abbiamo 2 o tre mesi davanti decisivi, che vanno affrontati con prudenza responsabilità ma non con paura. Dobbiamo anche rassicurare i cittadini, e le evidenze scientifiche ci confortano”.
Il Green pass, ha spiegato ancora Costa ” è uno strumento individuato in questo momento particolare per garantire la libertà dei cittadini e per garantire un percorso di ritorno graduale alla normalità senza dover fare passi indietro. E credo che i risultati stiano dando ragione a questa scelta. Il Green pass è stato vincolato allo stato di emergenza che, come sappiamo finisce a fino anno. Credo, dunque, sia ragionevole pensare che se i dati continueranno ad essere positivi, se i numeri dei ricoverati continueranno a scendere, se il numero dei vaccinati continuerà a salire è giusto – in un percorso positivo – dare anche prospettive ai cittadini. Nel momento in cui sosteniamo quotidianamente che il vaccino è la via d’uscita dalla pandemia dobbiamo avere anche il coraggio degli obiettivi e dire che ci sarà sicuramente il giorno in cui le misure restrittive verranno ridotte”.
“Se il Paese sta tornando alla normalità e se gli indici economici ci dicono che siamo di fronte a un rimbalzo, a una ripresa, è grazie ai vaccini – ha detto ancora Costa – E grazie a quei 43 milioni di concittadini che si sono vaccinati, non certo per quella minoranza che va in piazza a protestare contro Green pass e vaccini”.
Per quanto riguarda l’obbligo del Green pass dal 15 ottobre per i lavoratori “è un percorso nuovo, complicato. Stiamo chiedendo ancora un sacrificio ai cittadini, in questo caso ai lavoratori, ma c’è ancora bisogno del contributo di tutti. Abbiamo ancora qualche giorno per affrontare le criticità che, all’inizio di un percorso così nuovo e invasivo, è naturale ci siano. Ma c’è la disponibilità del Governo a sedersi attorno a un tavolo e affrontare i problemi, senza abbandonare la via maestra”.