(Adnkronos) – “Sono scappata pochi giorni fa da Kharkhiv. È stato davvero pericoloso e terribile”. Lo racconta Kateryna Monzul, arbitro Fifa e Uefa, raggiunta al telefono dall’Adnkronos mentre con le due sorelle e i tre nipoti sta scappando lontano dalle bombe che hanno distrutto la sua città natale.”È stato terribile, continuavamo a nasconderci nei rifugi. Ogni momento sentivamo spari e bombe, scappavamo sotto terra e stavamo là seduti ad aspettare che si fermassero, ma non si fermavano. Non si può credere quello che abbiamo vissuto”, dice l’arbitro donna tra i più famosi del mondo, ancora sotto choc.
L’unico sollievo, mentre si riparava sotto terra dai bombardamenti, sono stati i tanti messaggi ricevuti “dalla famiglia arbitrale, che mi ha supportata e aiutata. L’ho davvero apprezzato, mi ha toccato il cuore. Per me in quei momenti terribili è stato davvero importante. Un sacco di persone della Fifa mi hanno scritto per chiedermi come potermi aiutare. E per pochi secondi sono riuscita a tornare alla mia vita normale”.
Intanto però “i miei nipoti piangevano tutto il tempo. Per lo choc ogni tanto smettevano di parlare”, racconta Monzul, che proprio per questo motivo, pochi giorni fa, nel pieno dei bombardamenti, insieme alle sorelle e ai bambini ha deciso di scappare. “Sapevamo che era pericoloso e che avremmo rischiato, ma abbiamo l’abbiamo fatto lo stesso, perché restare lì è impossibile”, spiega, riferendo che “nella mia città sono distrutti i luoghi simbolo, il centro, tutto”.
A Kharkiv sono rimasti invece i genitori. “Ogni giorno li chiamo, cerco di supportarli, piangono”, racconta, mentre è ancora in fuga per il Paese in guerra. “Ora ci muoveremo verso un luogo più sicuro, perché ovunque in Ucraina è pericoloso. Vogliamo solo andare via, ma decideremo la destinazione finale quando saremo più calmi. In questo momento la mia testa deve solo ricominciare a respirare. Ora ci sono solo emozioni, mi serve tempo per pensare”, dice Monzul.
Lo scorso ottobre il fischietto ucraino è stata la prima donna ad arbitrare la nazionale maschile di calcio inglese in un match di qualificazione per i Mondiali 2022. Un tempo che ora sembra molto lontano: “Mi piacerebbe continuare ad arbitrare, perché è ciò che amo fare. In questo momento, però, le mie sorelle e i miei nipoti sono la cosa più importante e il mio unico sogno ora è che la guerra si fermi e che la gente di Kharkiv riesca a uscire”.
(di Alice Bellincioni)