(Adnkronos) – Il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale ha avviato un’interlocuzione formale con l’omologa Autorità di garanzia ungherese (Commissario per i diritti fondamentali), riguardo al caso di Ilaria Salis, la 39enne milanese da quasi un anno detenuta a Budapest, per monitorare congiuntamente le sue condizioni di privazione della libertà personale e tutelare i suoi diritti fondamentali. Contestualmente, sono stati altresì informati i competenti organi del Consiglio d’Europa e dell’Unione Europea, anche in base al protocollo opzionale alla Convenzione Onu contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti.
Per ogni attività di competenza, il Garante nazionale ha “parimenti avviato una proficua interlocuzione istituzionale con il ministero della Giustizia italiano informandolo degli atti compiuti anche in sede europea in qualità di meccanismo nazionale di prevenzione della tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti”.
‘Oggi ho incontrato Ilaria, l’ho trovata meglio di lunedì, era più rilassata, non aveva il carico di emozioni che gli dava dopo 12 mesi rivedere i suoi amici, genitori e avvocati tutti in aula per lei: è stato emotivamente molto impegnativo, oggi invece era più rilassata e stava meglio. Siamo moderatamente ottimisti”, afferma all’Adnkronos Roberto Salis, padre di Ilaria.
“Il nostro legale ha presentato più volte in passato la richiesta per i domiciliari ma è stata sempre rigettata – aggiunge – Per ripresentarla è necessario che ci sia uno scenario diverso”.
”Stiamo valutando di presentare un ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo per violazione del divieto di ‘trattamenti inumani e degradanti'”, riferisce all’Adnkronos l’avvocato Eugenio Losco, uno dei legali che assiste Ilaria Salis.
In riferimento al gazebo della Lega assaltato nel 2017 a Monza, il legale spiega: “E’ stata assolta per non aver commesso il fatto, come aveva chiesto anche il pm. Ilaria aveva partecipato al corteo ma quell’azione fu compiuta da altre persone”. Dopo l’esposizione mediatica del caso della connazionale detenuta in Ungheria, “ora ci sono contatti e speriamo che vadano avanti”, conclude il legale.