(Adnkronos) – Era un vero e proprio ‘protocollo criminale’ quello organizzato a Roma dall’avvocato praticante Camilla Marianera e il suo compagno Jacopo De Vivo, entrambi ora in carcere, che veniva messo a disposizione di “clienti conoscenti” che decidevano di affidarsi alla cosiddetta ‘modalità alternativa’, come la chiamavano i due arrestati. Nell’ordinanza è la stessa donna a spiegare di avere la compiacenza di un funzionario: “Diciamo che conosciamo una persona che…sta in Procura nell’ufficio dove sbobbinano le intercettazioni e tutto…a me fa tanti favori, tipo che se gli metto il nome con la data di nascita lui…”.
La ‘talpa’, ancora non identificata “periodicamente eseguiva controlli trimestrali sull’eventuale esistenza di indagini” a carico del compagno della donna e di un familiare. Il funzionario, secondo quanto ricostruito dalle indagini, avrebbe offerto informazioni non solo sui procedimenti ma anche sulla presenza di sistemi di monitoraggio, come emerge da una frase della stessa donna. “Davanti a me scrive sul computer e mi dice… ‘inserito Gps sotto la macchina…oppure predisposto ocp su via…sotto casa'”.