(Adnkronos) –
Israele continua a puntare a Rafah, il premier Benjamin Netanyahu ribadisce che l’offensiva nella Striscia di Gaza raggiungerà la città nel sud dell’enclave, dove si sono insediati oltre 1,5 milioni di palestinesi. In un quadro ad altissima tensione, mentre l’accordo con Hamas per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi appare ancora lontano, l’attacco a Rafah non appare imminente.
L’operazione militare potrebbe essere lanciata solo “a metà aprile”, come scrive il sito di notizie Axios, secondo le informazioni fornite da funzionari israeliani e statunitensi. Nonostante le minacce pubbliche da parte del governo di Tel Aviv, ci vorranno molte settimane prima che possa essere avviata un’operazione a Rafah. Axios, nello specifico, ipotizza “metà aprile, dopo la fine del mese sacro islamico del Ramadan”.
Lo scenario è coerente con le news che vengono pubblicate dal Times of Israel. Secondo il quotidiano israeliano, è altamente improbabile che Israele lanci la sua grande operazione militare prima del mese sacro musulmano del Ramadan, che inizia intorno al 10 marzo.
Le forze di difesa israeliane ancora completando importanti operazioni a Khan Younis, a nord di Rafah, e non ha finalizzato il piano per garantire che i palestinesi attualmente rifugiati a sud saranno protetti una volta iniziata l’offensiva contro i restanti battaglioni di Hamas, secondo il quadro delineato da un funzionario statunitense. Servono settimane per organizzare e attuare l’evacuazione di così tanti civili e per varare un piano di gestione e consegna degli aiuti.
Il ministro del Gabinetto di guerra Benny Gantz, nei giorni scorsi, ha confermato lo scenario dicendo che Israele entrerà in azione a Rafah se gli ostaggi non verranno liberati entro il Ramadan.
Secondo le informazioni fornite da una fonte israeliana al quotidiano, le Idf prevdono evacuare i civili a Rafah in un’area tra Khan Younis e Wadi Gaza, in un settore che divide in due la Striscia.
In questo contesto, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden coordina gli sforzi con cui Washington cerca di favorire un accordo sugli ostaggi prima dell’inizio del Ramadan, come ha evidenziato nei giorni scorsi un’altra fonte Usa, aggiungendo che la Casa Bianca vuole utilizzare la pausa umanitaria garantita dall’accordo sugli ostaggi per negoziare un cessate il fuoco più permanente.