(Adnkronos) –
Benjamin Netanyahu parla con il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, intanto Israele continua a preparare l’attacco all’Iran che sarà “letale, preciso e soprattutto sorprendente”. Il colloquio tra il premier israeliano e la Casa Bianca era considerato un passaggio obbligato prima della risposta, data per certa, all’attacco con quasi 200 missili che l’Iran ha sferrato la scorsa settimana.
La reazione di Israele ci sarà, conferma il ministro della Difesa Yoav Gallant, in visita all’unità d’intelligence delle forze armate (Idf) che si occupa di reperire informazioni nei teatri di guerra. “L’Iran non sarà in grado di comprendere cos’è successo e com’è avvenuto”, la promessa del ministro, che definisce il recente attacco iraniano “aggressivo, ma fallimentare poiché impreciso”.
Gallant ricorda che l’Aeronautica non ha subito danni nell’attacco e che tutte le piste rimangono in funzione, nessun aereo è stato danneggiato, né sono stati coinvolti soldati o civili. Il ministro ribadisce che l’intero sistema di sicurezza israeliano è d’accordo sull’attacco all’Iran: “L’intera catena di comando è in linea e concentrata su questo tema”, le sue parole.
La compattezza probabilmente sarà stata ribadita anche da Netanyahu nel colloquio telefonico di 30 minuti con Biden. La conversazione si sarebbe svolta “in un’atmosfera positiva”, secondo la tv Channel 12, che cita una fonte israeliana. Il presidente americano nei giorni scorsi ha espresso la propria contrarietà ad eventuali azioni contro impianti nucleari iraniani.
“Si è trattato di una telefonata classificata, e non ho annunci da fare su ciò che è accaduto durante quella telefonata, e non posso parlare di chiamate diplomatiche private su questo canale, ma è stata una telefonata importante”, glissa alla Cnn la vice presidente Kamala Harris.
La Casa Bianca, in serata, a esprimersi chiaramente. Nel corso della telefonata, il numero 1 della Casa Bianca sottolinea “la necessità di un accordo diplomatico per riportare in sicurezza i civili libanesi e israeliani nelle loro case su entrambi i lati della Linea Blu”. Il presidente ribadisce “l’impegno ferreo per la sicurezza in Israele” e “la condanna inequivocabile” dell’attacco iraniano del primo ottobre. Biden e Netanyahu “hanno concordato di rimanere in stretto contatto nei prossimi giorni sia direttamente che attraverso i rispettivi team di sicurezza nazionali”.
Il presidente americano evidenzia “il diritto di Israele di proteggere i propri cittadini da Hezbollah, che solo nell’ultimo anno ha lanciato migliaia di missili e razzi verso Israele, sottolineando al contempo la necessità di ridurre al minimo i danni ai civili, in particolare nelle aree densamente popolate di Beirut”.
Con Netanyahu è stata discussa anche “l’urgente necessità” di rilanciare gli sforzi diplomatici per liberare gli ostaggi detenuti da Hamas. Biden “ha inoltre discusso della situazione umanitaria a Gaza e dell’imperativo di ripristinare l’accesso al nord, anche attraverso il ripristino immediato del corridoio dalla Giordania”.
Israele intanto continua a colpire il sud del Libano e continua l’esodo di civili dal paese. In questo quadro, gli Stati Uniti avvertono Netanyahu: l’operazione in Libano, avviata nove giorni fa, non sia come quella a Gaza, dove in un anno sono state uccise oltre 42mila persone. “Dico molto chiaramente che non ci dovrebbe essere alcuna azione militare in Libano che assomigli a quella a Gaza e che abbia un esito che assomigli a Gaza”, dice il portavoce del dipartimento di Stato americano Matthew Miller in un briefing con i giornalisti.
D’altra parte, ammette, gli Stati Uniti “sono consapevoli della lunga storia di Israele che inizia con operazioni di terra limitate che si trasformano in operazioni su larga scala” e poi in “occupazione. È qualcosa a cui ci opponiamo in modo molto chiaro. Siamo contrari”.