Le autorità israeliane hanno rafforzato i livelli di sicurezza in Israele in vista del primo anniversario del massacro del 7 ottobre domani, quando si teme che Hamas possa condurre attacchi per commemorare l’assalto. “Sappiamo che (Hamas, ndr) ha la tendenza a provare a compiere attacchi terroristici in questo tipo di date simboliche ed è per questo che ci stiamo preparando, aggiungendo forze nel sud”, ha detto il portavoce internazionale delle Forze di difesa israeliane, il tenente colonnello Nadav Shoshani.
Le Idf hanno dichiarato che diverse città nella regione settentrionale della Galilea in Israele sono state designate aree militari chiuse. Lo riporta il sito di Haaretz spiegando che le aree includono le città di Manara, Yiftah e Malkiah.
Dopo che l’Idf ha invitato i civili a lasciare l’area circostante quattro siti di Hezbollah nella periferia meridionale di Beirut, i media libanesi riferiscono di attacchi aerei nell’area. Lo riferisce il Times of Israel.
Israele ha chiesto ai cittadini libanesi di lasciare altri 19 villaggi nel sud del Libano, nel raggio di trenta chilometri dal confine israeliano. Agli abitanti di questi villaggi l’esercito israeliano ha detto di spostarsi di 50 chilometri all’interno del Paese.
Questo annuncio segue una serie di avvisi di evacuazione emessi da Israele la scorsa settimana, che ora riguardano un totale di 124 villaggi. Il fiume Awali si trova a nord della città di Sidone e appena a sud di Beirut.
Tutti i voli da e per l’aeroporto internazionale di Beirut Rafiq Hariri sono stati cancellati da stasera, per 24 ore. L’annuncio dell’autorità dell’aviazione civile libanese segue la decisione dell’aviazione di Teheran di chiudere lo spazio aereo iraniano. Il governo libanese fa sapere che l’ultimo volo charter che era programmato per i britannici che desiderano lasciare il Libano è partito da Beirut.
In una nota su ‘X’ l’Unifil, la forza di mantenimento della pace delle Nazioni Unite in Libano, scrive che sono uno ”sviluppo estremamente pericoloso” le recenti attività di Israele in Libano. Unifil esprime profonda preoccupazione per gli ultimi sviluppi. ”E’ inaccettabile compromettere la sicurezza delle forze di peacekeeping delle Nazioni Unite che svolgono i compiti loro affidati dal Consiglio di sicurezza”, si legge in un post. La forza Onu ha quindi ricordato ”urgentemente” a tutti gli attori ”i loro obblighi di proteggere il personale e le proprietà dell’Onu”.
Il 7 ottobre è ”il giorno della commemorazione”, ma anche il giorno in cui ”guardarsi nell’anima, riconoscere i propri fallimenti e imparare da essi”, ha dichiarato il capo di stato maggiore delle Idf Herzl Halevi in una lettera ai soldati e ai riservisti, affermando che ”è passato un anno dal 7 ottobre, il giorno in cui abbiamo fallito nella nostra missione di proteggere i cittadini dello Stato di Israele”. Ma “nell’ultimo anno abbiamo sconfitto il braccio militare di Hamas e continuiamo a combattere le capacità terroristiche dell’organizzazione”, ha aggiunto.
Il vice del leader politico Hamas Yahya Sinwar, Khalil al-Hiya, ha celebrato il ”glorioso” attacco compiuto il 7 ottobre dello scorso contro le comunità del sud di Israele. In un videomessaggio trasmesso alla vigilia dell’anniversario del massacro, al-Hiya ha detto che il ”glorioso attacco del 7 ottobre ha infranto le illusioni che il nemico aveva creato, convincendo il mondo e la regione della sua superiorità e delle sue presunte capacità”.
Il vice del leader di Hamas ha rivolto un appello a ”continuare il jihad e la resistenza”. Accogliendo con favore l’attacco di Beersheba, nel quale è stata uccisa una soldatessa di 25 anni, al-Hiya ha celebrato i “successi” di Hamas. Il vice di Sinwar ha poi salutato i fronti in sostegno di Hamas in Libano, Yemen e Iraq.