(Adnkronos) – “Mi piace raccontare le storielle, soprattutto quelle di cui sono protagonista”. Diceva così, nel gennaio scorso, Silvio Berlusconi, presentando alla stampa i candidati di Forza Italia alle regionali cui, annunciava, avrebbe “fornito una ventina di storielle divertenti” da usare con gli elettori, perché “rendono molto cordiale il colloquio con le persone da convincere”.
Molte più di venti, però, le barzellette nel repertorio di Berlusconi. Un classico quella del commendator Bestetti: “La conoscete? E’ fondamentale…”, l’incipit con cui l’ex premier attaccava a raccontare delle bravate del commendatore che, sospettato dalla moglie di adulterio, è costretto a portarla “al night” per dimostrarle che la voce sulle sue bravate “non è minga ver”. E da lì il racconto – con battute in milanese e fazzoletti estratti dalla tasca a mimare gli slip della spogliarellista – del fallimento del fedifrago Bestetti, clamorosamente smascherato. L’uscita volgare nel finale, quando il tassista che assiste alla scenata di gelosia della signora Bestetti, chiosa: “Commendatore, di troie ne abbiamo caricate tante, ma una bruta, vecia e cattiva come questa qui, mai”.
L’altro protagonista, insieme al commendator Bestetti, delle barzellette in milanese del leader di Arcore è ‘il povero Carletto’: era il 2012, quando a una festa di Mediaset Berlusconi inscenò la disavventura osé del malcapitato protagonista, costretto nella suite di Villa d’Este, sul lago di Como, ad assecondare le fantasie sessuali della ‘contessina’, che per concedersi chiede vento, lampi, tuoni e pioggia. ‘Il Carletto’ l’accontenta e simula la tempesta, ma va in bianco, per scelta, perché “come si fa a ciulare con un tempo così?”, si lamenta con gli amici.
Per allietare il compleanno di Nunzia De Girolamo, nell’ottobre 2015, Berlusconi prese in prestito una barzelletta dal nipotino: “Ci sono tre piccoli vampiri, devono fare una gara a chi beve più sangue. Va il primo e torna con la bocca piena di sangue e dice suscitando l’invidia degli altri: ‘Vedete quel campanile laggiù? A fianco c’è un oratorio femminile…’; il secondo non si arrende e torna anche lui con un bel ‘pieno’ di sangue, spiegando che vicino al campanile, ma dall’altra parte c’è un oratorio maschile; il terzo parte a sua volta ma torna completamente coperto di sangue, pieno di lividi e ferite e si lamenta: ‘Vedete quel campanile in fondo? Bene, io non l’ho visto…'”.
Dalla vendita del Milan ai cinesi con la barzelletta sul sindaco leghista che per concedere la cittadinanza a un orientale lo sottopone a un test sui proverbi italiani (“Can che abbaia…”, “… poco cotto o cotto male…”); fino alle proteste per il clima di Greta Thunberg, occasione per ironizzare sulle donne svedesi e il Viagra, l’attualità è sempre stata per Silvio Berlusconi un ottimo pretesto per scherzare, senza paura di cadere nel ‘politicamente scorretto’.
E così anche la guerra in Ucraina è diventata materia per una ‘storiella divertente’. Protagonista “un giovane che fugge dalla Russia e dice: ‘Non voglio andare a combattere con i nostri amici dell’Ucraina’. Incontra una suora e le dice: ‘Suora, suora, dove posso nascondermi? Mi stanno inseguendo’. E la suora: ‘Sotto la gonna, è la cosa più semplice'”. La barzelletta si conclude quando, passato il pericolo, il giovane russo ringrazia la sorella e le “fa anche dei complimenti, perché, stando sotto la gonna, ho visto delle gambe quasi da calciatore, molto muscolose e ben coltivate’. E lei: ‘Se guardavi un po’ più su, ti accorgevi che anch’io non volevo andare a combattere'”.
Mattatore autoironico, Berlusconi non ha mai rinunciato a ridere di sé stesso. Anzi – ammetteva – “le storielle che mi vedono protagonista sono quelle che preferisco”. Famosissima quella di lui sull’aereo insieme al presidente degli Stati Uniti, Vladimir Putin e il Papa. Finisce il carburante e manca un paracadute. Mentre gli altri discutono su chi ne abbia più diritto, Berlusconi, “il politico più intelligente al mondo”, afferra uno zainetto, scambiandolo per un paracadute, e si butta.
Numerose le battute sulla sua passione per le donne. Giugno 2022, il ‘suo’ Monza aveva appena conquistato la serie A, Berlusconi scende in piazza nel capoluogo brianteo per chiudere la campagna elettorale del sindaco uscente di Forza Italia (che poi perderà al ballottaggio). Accolto con entusiasmo da tifosi e fan, il leader azzurro sale sul palco e, serissimo, spiazza tutti: “E’ uscito questa mattina un sondaggio che mi ha un po’ preoccupato”, dice. Un attimo di silenzio, sale la tensione, e lui riprende a parlare: “A cento ragazze di Monza tra i 20 e i 30 anni è stato chiesto ‘fareste l’amore con Berlusconi?’. Il 33% ha risposto ‘magari’, il 66% ha domandato: ‘ancora?’”.
Infine un classico la barzelletta di Berlusconi chiamato in Paradiso per “risolvere, con la mia esperienza sindacale e di partito, i problemi tra Santi, beati e angeli”. La missione riesce e il Padreterno lo convoca. Il colloquio dura tre ore, nell’incredulità delle anime sante. Poi il Padreterno esce e, tenendo una mano sulle sue spalle, gli dice: “Silvio carissimo, mi è piaciuta moltissimo questa tua idea di trasformare il Paradiso in una società per azioni e di quotarla in borsa. C’è una sola cosa che non capisco: perché io dovrei fare il vicepresidente?”.