L’acquerello da record di Van Gogh sfiora i 36 milioni di dollari

L’acquerello “Meules de blé” di Vincent Van Gogh (1853-1890), confiscato dal regime nazista durante l’occupazione tedesca in Francia, ha stabilito il nuovo record mondiale per un’opera su carta dell’artista olandese: all’asta di Christie’s a New York il coloratissimo disegno che raffigura covoni di grano, eseguito nel 1888 ad Arles, in provenza, è stato venduto, ieri sera, per 35.855.000 dollari (31.340.000 euro) ad un acquirente presente nella sala del Rockefeller Center, il quale ha richiesto di restare anonimo.  

L’acquerello, che è stato offerto con una stima di partenza di 20 milioni di dollari, era uno dei top lot del catalogo “The Cox Collection: The Story of Impressionism”, che ha portato sul mercato una delle più grandi collezioni americane di arte impressionista e post-impressionista. “Meules de blé” era nella collezione privata dell’uomo d’affari, collezionista e filantropo statunitense Edwin L. Cox dal 1979, scomparso un anno fa alla vigilia del centesimo compleanno. La raccolta Cox venduta dagli eredi ha totalizzato 332.031.500 dollari (circa 290.000.000 euro). Una parte del ricavato della vendita andrà a beneficio di scopi educativi.  

Nella collezione Cox c’erano altre due opere di Vincent Van Gogh. La vendita è stata guidata dal capolavoro del 1889 “Cabanes de bois parmi les oliviers”, che, dopo una battaglia di cinque minuti tra undici offerenti, è stato venduto per 71.350.000 dollari (62.360.000 euro) – il quarto prezzo più alto per l’artista olandese all’asta – ad un cliente anonimo presente in sala. Il dipinto a olio di Van Gogh del 1890 “Jeune homme au bleuet” è stato venduto per 46.732.500 dollari (40.840.000 euro) dopo nove minuti e mezzo di offerte agguerrite contro una stima di base di 5.000.000 dollari. Un altro prezzo eccezionale è stato raggiunto da “L’Estaque aux toits rouges” di Paul Cézanne, venduto per 55.310.000 dollari (48.530.000 euro) contro una stima di 35.000.000 dollari. Il quadro “Jeune homme à sa fenêtre” di Gustave Caillebotte, una delle opere più iconiche del pittore, ha realizzato 53.030.000 dollari (46.350.000 euro), stabilendo un nuovo record per l’artista francese.  

Tutti i riflettori dell’asta serale a New York sono stati puntati sull’acquerello “Meules de blé”, che è tornato in pubblico dopo ben 116 anni: l’ultima volta era stato mostrato nella storica retrospettiva di Van Gogh del 1905 allo Stedelijk Museum di Amsterdam. 

Christie’s ha ricostruito la storia di quest’opera e al tempo stesso ha facilitato un accordo transattivo tra gli eredi di Cox e l’erede di Max Meirowsky, nonché gli eredi di Alexandrine de Rothschild, che ne furono i primi proprietari, illustrando la complessità dei casi di restituzione e le perdite dovute alla persecuzione nazista.  

Eseguito nelle prime settimane del giugno 1888, “Meules de blé” di Vincent van Gogh è uno dei primissimi della sua serie di riferimento raffigurante il raccolto del grano. Con l’immagine di tre pile di grano che sovrastano le donne vicine, quest’opera squisita raffigura Arles nel pieno della mietitura, con una miriade di linee e tratteggi, tratti e pozze di colore che trasmettono l’atmosfera di quella giornata di mezza estate con una vitalità sorprendente. 

Il disegno era stato a lungo una componente centrale dell’opera del pittore olandese, ma fu ad Arles che la sua padronanza dell’acquerello prese il volo, creando una sorprendente successione di capolavori su carta. L’acquerello mostra l’esigente lavoro a penna di van Gogh in tutto il foglio, sovrapposto a colori abbaglianti.  

Dopo essere stato di proprietà di Theo e Johanna van Gogh-Bonger, così come del pittore e illustre collezionista Gustave Fayet, “Meules de blé” fu acquistato da Max Meirowsky (1866-1949), un industriale che produceva isolatori per le crescenti industrie ferroviarie, automobilistiche ed elettroniche, che visse prima a Colonia e poi a Berlino. Dal 1910 Meirowsky accumulò una notevole collezione d’arte che comprendeva impressionisti e post-impressionisti francesi, tedeschi e svizzeri. Nel 1913 Meirowsky acquistò “Meules de blé” alla Galerie Druet a Parigi e divenne uno dei gioielli della corona della sua collezione.  

Durante il regime nazista in Germania Meirowsky affrontò la persecuzione antiebraica, che portò alla vendita di opere d’arte della sua collezione. Alla fine del 1938 Meirowsky fuggì dalla Germania per Amsterdam e poi per Ginevra. Fu durante questo viaggio che Meirowsky affidò “Meules de blé” alla galleria Paul Graupe Cie di Parigi. “Meules de blé” entrò poi nella collezione parigina di Miriam Caroline Alexandrine de Rothschild (1884-1965). Alexandrine, studentessa di medicina, aveva ereditato una parte della sua collezione d’arte dal padre Edmond James de Rothschild (1845-1934) ed era una rispettata collezionista, in particolare di manoscritti letterari e musicali e di prime edizioni, nonché di arte del XVIII secolo. A partire dalla metà degli anni ’30, Alexandrine de Rothschild acquistò diversi dipinti e opere su carta di artisti post-impressionisti, tra cui importanti opere di van Gogh, Paul Cézanne e Paul Gauguin.  

Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, Alexandrine si rifugiò in Svizzera. La sua collezione d’arte a Parigi, compresa “Meules de blé” di van Gogh, fu confiscata dal regime nazista durante l’occupazione. Negli anni del dopoguerra, Alexandrine cercò di rintracciare e recuperare la sua collezione d’arte e la sua biblioteca saccheggiate, ma mentre riuscì a recuperare alcune opere, molte altre rimasero disperse, tra cui “Meules de blé”. Che in seguito passò di mano in mano fino al collezionista Cox che risultò ignorare il trafugamento da parte dei nazisti. 

(di Paolo Martini) 

(Adnkronos)