Una “lettera amore all’Italia” ma anche un messaggio “di profondo rispetto per la vostra cultura”. Parla Lady Gaga e i giornalisti sono rapiti. La star italo americana, al secolo Stefani Germanotta, riassume così ‘House of Gucci’ la pellicola firmata Ridley Scott in uscita il 16 dicembre prossimo
, che racconta l’omicidio di Maurizio Gucci, commissionato dall’ex moglie Patrizia Reggiani. Abito lungo blu a fiori bordato di rossa e chioma bionda, la regina del pop, 35 anni, si presenta a Palazzo Parigi, a Milano, per raccontare il suo ruolo nei panni di Patrizia Reggiani, la ‘vedova nera’ condannata nel 1988 per aver assoldato il sicario che sparò, all’erede Gucci uccidendolo, una mattina di primavera del 1995, mentre entrava nei suoi uffici di via Palestro.
“E’ stata un’esperienza meravigliosa e spirituale, un viaggio straordinario ma anche una sfida – racconta Gaga ai giornalisti -. Ho interpretato un’assassina. Quello che ha fatto è stato profondamente sbagliato, un’immane tragedia. Ho girato questo film con un grande senso di riverenza per l’Italia e gli italiani. Il mio sogno è imparare perfettamente italiano e recitare in una produzione italiana, sarebbe molto bello”. Nella pellicola, realizzata tra Milano, Como e Roma, Lady Gaga ha messo tutta sé stessa, gettandosi a capofitto nella trama e nell’interpretazione della ‘vedova nera’, studiando ogni minimo dettaglio della sua vita, facendo indagini, scavando tra gli archivi fotografici, e tingendosi i capelli di castano “perché mi sentivo in imbarazzo a recitare coi capelli biondi’. Per ispirarsi al personaggio, Gaga ha preso come riferimento Gina Lollobrigida e Sophia Loren: “Ho passato tanto tempo guardando i loro film, riflettendo e pensando al business italiano, parlando sempre con un accento italiano. La mia è una famiglia italo americana, mio padre viene dalla Sicilia, per me era importante avere un approccio giornalistico e scoprire da sola, indagando, chi erano i Gucci”.
La loro storia, ammette, “mi ricorda in qualche modo la mia famiglia anche se non abbiamo costruito un impero come il loro. Mio padre era un calzolaio, motivo per cui mi sento così onorata…penso a mio nonno Giuseppe Germanotta, non è più tra noi ma so che mi sta guardano ed è fiero di me”. Mentre parla trapelano le sue radici: “E’ sempre emozionante essere qui – dice in italiano -. Mi sento come se potessi piangere e non potrei essere più grata”. E qualche lacrima, in effetti, cade, soprattutto quando nomina il papà. “Quando parlo di questo film con la mia famiglia, mio padre continua a piangere e non posso non pensare alle sue lacrime. Essere riconosciuta per qualcosa che è così profondo…”.
Quanto alla Reggiani, ammette, un certo legame lo ha avuto. “Dai media è stata raccontata come una cercatrice d’oro, che ha voluto sposare un membro di una ricca famiglia – spiega Gaga -. Ma non credo ci fosse avidità. Patrizia Reggiani è stata spinta oltre il limite, è avvenuto un omicidio perché tutto è stato concentrato sul business e non su di lei, avrebbero dovuto prestarle attenzione. Patrizia ha subito un trauma molto forte, è rimasta prigioniera in un sistema guidato da uomini. Lei con l’omicidio ha perso tutto: l’amore della sua vita, il padre delle sue figlie, ha commesso un errore madornale, un incidente emotivo ma la ritengo colpevole”. All’ex signora Gucci “ho trovato un modo di volere bene – rimarca Lady Gaga – perché era una giovane ragazza di Vignola che sognava in grande”. Anche se la sua storia è costellata da luci e ombre “serve a farci capire cosa succede alle donne quando sono spinte oltre il limite. Il messaggio per le donne è: se ritenete di non contare tenete duro, se sopravvivete cercate di restare integre”.
Davanti alla cinepresa il talento non le manca. Lo si è visto in ‘A star is born’, per la cui colonna sonora ha vinto un Oscar e quando i reporter le chiedono se spera di fare il bis con ‘House of Gucci’ Gaga non lo nasconde: “Vincere un altro Oscar o avere anche solo la nomination sarebbe un grande onore”. Prima di lasciare la stanza, con lo sguardo di tutti cronisti puntati addosso, miss Germanotta spende un pensiero per gli operatori sanitari che hanno lavorato sul set del film, evitando che qualcuno si ammalasse. Quindi conclude: “Anche se abbiamo raccontato una storia che può sembrare in superficie sexy, di scandalo e omicidio, lo abbiamo fatto con il cuore se un progetto non ha sotto un cuore forte che batte per me non è importante”. (di Federica Mochi)