(Adnkronos) –
Va restituito lo stipendio al no vax sospeso. E’ quanto ha stabilito il TAR del Lazio con decreto n. 726/2022 accogliendo il ricorso di un dipendente pubblico, sospeso dal lavoro e dalla retribuzione per violazione degli obblighi in materia di obbligo vaccinale e certificazione verde. Sospendere la retribuzione, unica forma di sostentamento di vita, presenta infatti profili di dannosità grave e irreparabile. Accolta quindi l’istanza cautelare. Il giudizio prosegue per la trattazione collegiale.
Alle stesse conclusioni il Tar Lazio è giunto con i decreti n. 721/2022 e 724/2022.
Secondo quanto riporta Studicataldi.it, un lavoratore è ricorso al TAR del Lazio contro il Ministero della Giustizia per chiedere l’annullamento, in primis, del provvedimento del 4 gennaio 2022 che gli è stato notificato lo stesso giorno e con il quale è stata disposta la sua sospensione immediata dal servizio e dalla retribuzione fino alla comunicazione dell’avvio del primo ciclo vaccinale o della somministrazione della dose di richiamo e, in ogni caso non oltre il termine di 6 mesi, a partire dal 15 dicembre 2021, come previsto dall’art. 2, comma 3 del dl n. 172/2021.
Ha chiesto quindi anche l’annullamento di tutta un’altra serie di provvedimenti che impongono la certificazione verde a certe categorie di lavoratori e di tutti gli atti presupposti, collegati, antecedenti e posteriori, con condanna altresì dell’Amministrazione al risarcimento dei danni subiti e subendi.
Il TAR del Lazio ha accolto l’istanza cautelare avanzata in quanto la sospensione della retribuzione e quindi della principale fonte di sostentamento di vita produce in effetti un pregiudizio grave ed irreparabile, poiché tuttavia vengono sollevate anche questioni relativi a profili di illegittimità costituzionale delle norme che impongono la certificazione vaccinale a certe categorie di lavoratori pubblici, viene fissata udienza per la trattazione collegiale in data 25 febbraio 2022.