Legge elettorale, fronte proporzionale nel Pd. Alfieri: “Dopo Colle c’è più spazio”

(Adnkronos) – Quella sulla riforma della legge elettorale in senso proporzionale è un “tema che noi riformisti del Pd conduciamo da tempo. Il segretario Letta, rispondendo a un mio intervento in Direzione, ci disse che avrebbe aperto il dossier dopo l’elezione del Colle ed è stato di parola. Ora fare presto e fare bene”. Alessandro Alfieri, coordinatore di Base Riformista, parla all’Adnkronos della riforma della legge elettorale su cui dopo l’elezione del Colle si è riaperto il dibattito tra le forze politiche.  

Senatore Alfieri, che cosa è cambiato nella settimana ‘presidenziale’? “Mi pare si sia aperto oggettivamente uno spazio di interlocuzione con più soggetti”. La crisi del centrodestra è l’elemento nuovo, l’autonomizzazione di Fi? “Al di là di Forza Italia noi registriamo che lo spazio in Parlamento sia più ampio di qualche mese fa. Dopodiché è chiaro che sulle regole del gioco, sulle regole della nostra democrazia ci sia un ampio consenso”.  

Che ci sia il consenso dell’intera maggioranza non sembra: la Lega non ci sta, Forza Italia forse… “Ma io credo che sul proporzionale convenga anche al partito di Matteo Salvini fare un’attenta riflessione”. Perché? “Perchè Salvini non è più il leader del centrodestra. Perché quindi costruire un centrodestra in cui il piano inclinato porta alla leadership di Meloni che non è usurata e logorata come la sua?”.  

“Noi -prosegue Alfieri- abbiamo sempre sostenuto la necessità di modificare una legge elettorale che obbliga a coalizioni larghe per vincere ma che poi si rivelano fragili alla prova del governo. In più, il taglio dei parlamentari necessita un intervento perché non si vada a ledere il principio della rappresentanza territoriale soprattuto nelle regioni più piccole”.  

“Poi -aggiunge- sulla legge elettorale l’altro grande tema della modalità di come si eleggono i parlamentari. Quello delle liste bloccate è un sistema non più sostenibile. Occorre dare possibilità di scelta agli elettori”. Quindi preferenze? “Io personalmente sono a favore. Sono stato eletto 4 volte, tranne l’ultima, con le preferenze e credo che sia il sistema che mantiene il maggiore collegamento tra eletto ed elettore. Ma è una posizione personale, si ragionerà”.  

Ci sarà una Direzione sulla legge elettorale? “Immagino si farà. Il segretario Letta è stato chiaro, ha parlato di riforma da fare, ha mantenuto la parola. A maggior ragione ora con il quadro politico che esce dal voto del Colle, bisogna fare presto e fare bene. E speriamo che questo lavoro si possa fare insieme alle altre riforme istituzionale, perlomeno quelle che si possono fare in tempi brevi: riforma dei regolamenti, norme contro il trasformismo, modificare la composizione dei grandi elettori”.  

Sulla legge elettorale interviene anche Emanuele Fiano. “Queste ultime giornate sul presidente della Repubblica, hanno rafforzato in noi l’idea che il paese ha bisogno di un cambio della legge elettorale: un proporzionale con sbarramento alto e con meccanismi che diano voce ai cittadini nella scelta dei parlamentari”, dice l’esponente Pd relatore della proposta di legge proporzionale con sbarramento al 5%, frutto di un accordo ai tempi della maggioranza giallorossa, e che giace da tempo in commissione Affari costituzionali alla Camera .  

Ci sono le condizione per far ripartire l’iter? “Noi -assicura Fiano all’Adnkronos- siamo pronti. E’ una domanda che va rivolta alle forze di governo che stanno nel centrodestra. Anche sulla base del giudizio di quello che è avvenuto, aspettiamo di vedere le loro posizioni”. Ma è chiaro che il consenso andrà cercato nel perimetro della maggioranza di governo? “E’ un tema politico ineludibile”.  

Ma, osserva Fiano, “direi che questi giorni di trattative sul Colle hanno mostrato come il sistema maggioritario che induce a coalizioni forzose alla fine, alla resa dei conti nei momenti topici – e parlo del centrodestra- poi mostrano differenze sostanziali. In 24 ore Meloni ha detto ‘faccio da sola’, Forza Italia che loro apparterranno per sempre al campo del Ppe e Salvini… Salvini vedremo”.  

“Comunque -prosegue Fiano- la teoria dei due perimetri che Enrico Letta ci ha illustrato nella prima assemblea dei grandi elettori Pd all’inizio della settimana ‘presidenziale’ -ovvero il perimetro della maggioranza Draghi con Lega e Fi e un altro perimetro, quello del centrodestra, anche con Meloni- questo schema, questa configurazione hanno mostrato la corda in questi giorni. Pensavamo che il maggioritario avrebbe dato stabilità e invece non è così”.  

Per questo, conclude, “occorre rinnovare la rappresentanza con un altro metodo che permetta lo sviluppo delle singole identità e di aprire l’offerta politica”.  

 

(Adnkronos)