L’attore e regista statunitense Robert Downey Sr., padre di Robert Downy jr noto come interprete di film come “Vivere e morire a Los Angeles” (1985) e “La grande promessa” (1988) e filmmaker sperimentale di culto, è morto mercoledì 7 luglio “serenamente” nel sonno nella sua casa di New York all’età di 85 anni. “Da tempo era malato del morbo di Parkinson”. L’annuncio della scomparsa è stato dato dal figlio, la star di “Iron Man” Robert Downey Jr. con un post su su Instagram rendendo omaggio al “regista anticonformista”.
Nato il 24 giugno 1936 a New York, Downey Sr. nel 1961, in collaborazione con il direttore di montaggio Fred von Bernewitz, iniziò a scrivere e dirigere film a basso budget in 16 millimetri, girando alcune pellicole che sono divenute dei veri e propri cult del cinema underground americano come “Balls Bluff” (1961), “Babo 73” (1964), “Chafed Elbows” (1966) e (No More Excuses” (1968). Il suo lavoro di più maggior successo è considerato “Putney Swope” (1969), una satira sociopolitica che racconta la storia dell’unico uomo di colore nel comitato esecutivo di una società pubblicitaria che viene accidentalmente messo ai vertici dell’azienda dopo la morte improvvisa del presidente.
Dal 1972 Robert Downey Sr. si sposta su film a budget più elevato come “Greaser’s Palace”, una reinterpretazione in chiave commediale della vita di Cristo. “Piscine – Incontri a Beverly Hills” è stato presentato al Sundance Film Festival nel 1997. Il suo film più recente è “Rittenhouse Square” (2005), un documentario che cattura la vita in un parco di Filadelfia. E’ stato anche regista televisivo, dirigendo episodi delle serie “Ai confini della realtà”, Matlock”, “Scuola di football” e “Tales of the City”.
Come attore Robert Downey Sr ha recitato tra gli altri film in “Hail Caesar” di Anthony Michael Hall (1994), “Verso il sole” di Michael Cimino (1996), “Boogie Nights – L’altra Hollywood2 (1997) di Paul Thomas Anderson, “Magnolia2 (1999), sempre di Anderson, “The Family Man” (2000) di Brett Ratner (2000) e “Tower Heist – Colpo ad alto livello” (2011), ancora di Ratner.