(Adnkronos) – Per l’omicidio di Melzo è stata fermata la maggiore delle tre figlie dell’84enne Lucia Cipriano, l’anziana trovata ieri morta e fatta a pezzi nella vasca da bagno della sua casa.
Una mezza ammissione alla sorella, poi il silenzio: così Rosa, la maggiore delle tre figlie, ha reagito, prima di venire fermata per omicidio, vilipendio e occultamento di cadavere dai carabinieri della compagnia di Pioltello, chiamati da una delle due sorelle minori.
La donna, residente a Trento, non aveva notizie della madre, Lucia Cipriano, da un po’. La sorella maggiore, l’unica ad accudire la madre e ad avere le chiavi di casa sua, le aveva detto di aver fatto ricoverare l’84enne in una rsa, dopo che anche una badante, ingaggiata per prendersi cura dell’anziana, aveva rinunciato al lavoro, poiché la donna era malata e aveva episodi di demenza. Anche i vicini, infatti, hanno riferito di averla più volte sentita urlare.
Da Trento ieri la donna ha deciso di venire a controllare di persona le condizioni della mamma. Una volta arrivata nell’appartamento dell’omicidio di
Melzo, si rende conto che qualcosa non va. Le finestre sono aperte e quando chiede di andare in bagno, la sorella glielo impedisce e ammette: “Ho fatto un disastro, portami dai carabinieri”.
Le due sorelle si mettono in macchina. Durante il tragitto verso la stazione carabinieri, Rosa si agita, urla, prova ad aprire la portiera dell’auto, che poi viene fermata. La donna scende e scappa disperata nei campi, forse con l’intento di farla finita. A quel punto la sorella minore chiama i militari, che intervengono per strada e poi in casa dell’anziana, in via Boves, dove fanno la macabra scoperta nella vasca da bagno.
La 58enne, operaia in un maglificio della zona, si chiude in un totale silenzio. Non dirà più nulla, nemmeno durante l’interrogatorio del pm, che decide di disporre il fermo. La donna si trova ora nel carcere di San Vittore.
Da chiarire ancora il movente che l’avrebbe spinta a uccidere la madre pensionata. I carabinieri stanno controllando i conti correnti dell’anziana, che versava in modeste condizioni economiche, e forse uccisa per il carico eccessivo che comportava il suo accudimento per la 58enne, che doveva prendersi cura anche del marito disabile, da cui ha due figli.
L’ipotesi degli investigatori, ancora da confermare, è che l’84enne sia stata asfissiata circa due mesi fa e poi fatta a pezzi con una sega che è stata ritrovata nella casa di Melzo.