(Adnkronos) – Le performance dei Maneskin “non riescono a scandalizzare nemmeno Adinolfi, e sì che sarebbe gioco facile. Quello che mi colpisce molto invece, e mi allarma, è il tentativo che c’è dietro alla ‘baracconata’, quello di far passare per normale a vent’anni la pazzia, il ‘siamo fuori di testa diversi da loro'”. A parlare così con l’Adnkronos è Mario Adinolfi che -all’indomani dell’annuncio della presenza dei Maneskin a Sanremo e del ‘matrimonio’ organizzato per il lancio dell’album ‘Rush’ – lancia un allarme sulla la band italiana più gettonata del momento, entrata nell’olimpo della musica internazionale.
“I Maneskin -scandisce il leader del Popolo della Famiglia- tentano di entrare nell’immaginario con schemi, baracconate, mise en place, spettacolini, vestiario, ammennicoli, ma questo mi interessa molto poco. Viene ripercorso in maniera totalmente manieristica l’immaginario che una volta era stimolato dal rock’n’roll”. La cosa invece preoccupante, secondo l’opinione di Adinolfi, è “la narrazione che ribalta il falso e il vero, che dice che essere ‘fuori di testa’ sia un bene a vent’anni, ecco, questo mi preoccupa molto”.
Il consiglio di Adinolfi alla band romana è dunque: “Fate tutte le baracconate che volete, non sarete ricordati purtroppo, perché non è quello che vi renderà qualcosa che resta. Ma il mio mediocre consiglio da boomer è quello di fare musica migliore, di raffinare il messaggio: ormai sono passati anni dal vostro esordio, e il vostro sembra un esercizio di marketing secondo cui questo essere ‘fuori di testa’ è solo calcolo. Questo può far bene alle vostre casse, ma molto male a chi vi segue”.