(Adnkronos) – Sono complessivamente 3.104 gli emendamenti alla manovra 2023 depositati in commissione Bilancio alla Camera. Di questi la maggioranza ne ha presentati 617 (285 Fratelli d’Italia, 136 Forza Italia, 151 Lega e 45 Noi Moderati). La maggior parte giunge dal Pd, con 957 emendamenti e dal Movimento 5 Stelle, con 772. Alleanza Verdi e Sinistra ne ha presentati 191, Azione – Italia Viva – Renew Europe 311, il gruppo Misto 23, il Misto – +Europa 93 e il Misto – Minoranze linguistiche 133. Dalle Commissioni, infine, ne sono giunti 7.
CALENDARIO DEI LAVORI – Il calendario dei lavori sulla manovra in commissione Bilancio alla Camera, dopo la presentazione oggi degli emendamenti, prevede per sabato 10 dicembre, in mattinata alle 11, la dichiarazione di inammissibilità. Subito dopo, alle 14, scadrà il termine per eventuali ricorsi. Infine, alle 19 ci sarà la dichiarazione definitiva di inammissibilità.
Domenica 10, invece, scadrà alle 15 il termine per gli emendamenti segnalati, che prevede un limite massimo di 450. Di questi, 200 sono della maggioranza e 250 dell’opposizione. Nel corso della settimana la commissione Bilancio sarà al lavoro per arrivare, presumibilmente, a domenica 18 con la votazione finale sul testo, con l’approdo in aula che è stato previsto per il 20 dicembre.
CALENDARIO DI SCIOPERI E MANIFESTAZIONI – Per cambiare la legge di bilancio la Cgil ha promosso dal 12 al 16 dicembre, insieme alla Uil, una serie di manifestazioni e scioperi organizzati a livello regionale.
Uno sciopero, si sottolinea in una nota, per chiedere: di aumentare i salari detassando gli aumenti dei contratti nazionali, portando la decontribuzione al 5% per i salari fino a 35.000 euro per recuperare almeno una mensilità, e introducendo un meccanismo automatico di indicizzazione delle detrazioni all’inflazione (cosiddetto recupero del drenaggio fiscale); di conferire tutele a tutte le forme di lavoro, assegnando ai Ccnl un valore generale, sancendo così anche un salario minimo e diritti normativi universali; di eliminare le forme di lavoro precario per un unico contratto di inserimento al lavoro con contenuto formativo; una riforma fiscale che rispetti il principio della progressività; la tassazione degli extraprofitti che generi risorse per un contributo straordinario di solidarietà; la rivalutazione delle pensioni; risorse per il diritto all’istruzione, per la sanità che ha affrontato e sta affrontando gli effetti drammatici della pandemia; di cancellare la legge Fornero e introdurre: l’uscita flessibile dal lavoro a partire dai 62 anni, il riconoscimento della diversa gravosità dei lavori, la pensione di garanzia per i giovani e per chi ha carriere discontinue e ‘povere’, il riconoscimento del lavoro di cura, il riconoscimento delle differenze di genere, l’uscita con 41 anni di contributi.
La prima regione a mobilitarsi sarà la Calabria con lo sciopero e la manifestazione in programma per lunedì 12 dicembre. Il giorno seguente, martedì 13 dicembre, sarà la volta della Sicilia e dell’Umbria. A Perugia, in piazza Italia, alle ore 11, interverrà il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. La Puglia sciopererà giovedì 14 dicembre, la manifestazione regionale che si terrà a Bari, in piazza Federico II di Svevia, alle ore 11.30, sarà conclusa da Maurizio Landini. Lo stesso giorno mobilitazioni anche in Trentino, Valle d’Aosta e Veneto. Giovedì 15 dicembre incroceranno le braccia le lavoratrici e i lavoratori di Abruzzo, Marche e Piemonte. Venerdì 16 dicembre scenderanno in piazza, contestualmente agli scioperi, tutte le altre Regioni: Alto Adige, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli, Liguria, Lombardia, Molise, Sardegna, Toscana e Lazio. Maurizio Landini concluderà la manifestazione che si terrà a Roma, in piazza Madonna di Loreto, a partire dalle ore 10.