Mascherine a scuola da 2 anni in su? Ricciardi: “E’ consigliato”

Mascherina a scuola e all’asilo per i bambini da 2 anni in su? E’ quanto suggerirebbe “l’evidenza scientifica” e “quanto viene consigliato” per cercare di rendere più sicura la scuola mentre la variante Delta del coronavirus continua a diffondersi. “La variante Delta è più contagiosa e quindi colpisce di più anche i bambini. La variante Delta buca anche le mascherine chirurgiche, quelle fatte di garza non sono protettive”, dice il professor Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute, Roberto Speranza. “La variante Delta è più contagiosa e quindi colpisce di più anche i bambini. In Gran Bretagna sono state allestite 5 cliniche pediatriche per il long covid”, aggiunge a In Onda. 

“L’evidenza scientifica dice che la sicurezza si ottiene con una serie di misure: oltre alla vaccinazione del personale, servono distanza, mascherina e controllo dell’aria. Secondo il World Health Network e secondo i Cdc americani, con la variante Delta la mascherina andrebbe usata sopra i 2 anni. Questa è l’evidenza scientifica che emerge, poi deve valutare la politica”, dice Ricciardi. In Italia, la mascherina a scuola è prevista dai 6 anni in su. “Spero si facciano investimenti per rendere la scuola sicura, riaprirla e non richiuderla più. Le mascherine andranno portate per un certo periodo. Con la Ffp2 la variante Delta non passa, ma la variante Delta buca anche le mascherine chirurgiche”, ribadisce. In una classe composta da studenti tutti vaccinati o guariti, la mascherina potrebbe non essere utilizzata. “Il consiglio è indossare la mascherina anche se si è vaccinati. Quando un bambino si allontana dall’aula e va in un ambiente in cui ci sono non vaccinati, è consigliabile l’uso della mascherina”, dice. 

Capitolo terza dose: “E’ molto probabile che si dovrà fare, soprattutto partendo dai soggetti più fragili, vaccinati a gennaio-febbraio. E’ probabile che dovremo vaccinarci di nuovo anche noi operatori sanitari, vaccinati all’inizio dell’anno”. 

 

La sospensione dei brevetti è il primo passo. Le case produttrici poi dovrebbero fornire informazioni, dovrebbe esserci un trasferimento tecnologico. Questo è l’unico modo per uscirne, altrimenti ne veniamo fuori non prima del 2024. 

(Adnkronos)