ROMA – Una giornata particolare, ma nello stesso tempo normale. Come accadde sette anni fa, per Sergio Mattarella il giorno dopo l’elezione al Quirinale coincide con una domenica, che tuttavia alla fine ha più o meno le stesse caratteristiche di quelle vissute negli ultimi sette anni.
Certo, magari il Capo dello Stato pensava di trascorrerla completando le ultime incombenze prima del commiato dal Quirinale e invece alla fine è solo l’ultima di un mandato in attesa della prima del successivo, passando per la cerimonia di giuramento e insediamento in programma giovedì prossimo.
Come sempre perciò Mattarella in mattinata ha partecipato alla Messa al Quirinale, quindi ha pranzato con i familiari, un’occasione per confrontarsi su abitudini che continueranno ad essere le stesse degli ultimi anni e per valutare se e come conciliarle con quegli “altri piani” che il Presidente aveva immaginato.
Per questo non è mancato un sopralluogo nell’abitazione romana che nelle intenzioni di Mattarella doveva diventare la sua nuova residenza, dove ha avuto modo di incrociare un gruppo di cittadini, con un bambino che gli ha regalato un disegno realizzato ieri in occasione della sua rielezione.
Nessuna riunione, contatti ridotti all’essenziale, da domani il Capo dello Stato inizierà a lavorare al discorso di insediamento, i cui contenuti sono naturalmente oggetto di particolare attesa. Punto di partenza probabilmente la “grave emergenza che stiamo tuttora attraversando, sul versante sanitario, su quello economico, su quello sociale”, che richiama “al senso di responsabilità e al rispetto delle decisioni del Parlamento”, come affermato ieri sera incontrando i presidenti della Camera, Roberto Fico, e del Senato, Elisabetta Casellati, e che impone di “non sottrarsi ai doveri cui si è chiamati”.
Un obbligo che, come il Capo dello Stato affermò nel messaggio di fine anno, vale per chiunque “si trova a svolgere pro-tempore un incarico pubblico, a tutti i livelli”, per rinsaldare il “legame, essenziale in democrazia, che esiste tra istituzioni e società; e che la nostra Costituzione disegna in modo così puntuale”. Con la consapevolezza che “dalle difficoltà si esce soltanto se ognuno accetta di fare fino in fondo la parte propria”.